et.people/ 20 Intervista ad Alberto Biffi
Il mental trainer: «Sostenibilità è ciò che ci sta attorno»
Lavorare in ambito sportivo, seguendo i grandi campioni, significa anche coinvolgere la loro mentalità e psicologia. Questo è il ruolo dei mental trainer, gli allenatori della mente che sempre più spesso sono alleati fondamentali per arrivare a raggiungere traguardi importanti. Alberto Biffi è stato uno dei primi mental trainer in Italia, dopo aver ottenuto la qualifica grazie a corsi specialistici in Usa. Oggi segue una propria scuola di coaching, non solo sportivo, e applica questi insegnamenti con tutti i suoi clienti, dai singoli atleti alle squadre. Parlando di sostenibilità, questa parola per Biffi significa «fare preoccupandosi di quello che ci sta intorno».
La tematica del vivere e lavorare sostenibile coinvolge la sua attività di mental trainer? Se sì, perché e come? Ci può fare qualche esempio?
La mia attenzione nel fare il mental trainer è quella che mi permette di fare il lavoro che mi piace in diversi contesti, aiutando le persone ad acquistare la giusta responsabilità che in termine tecnico vuol dire raggiungere obiettivi ecologici. Faccio un esempio, si parla tanto di insoddisfazione nel lavoro. Un mio cliente, spinto da ciò, aveva abbandonato il resto per raggiungere un nuovo posto di lavoro. Dopo alcuni mesi, grazie al suo percorso di crescita fatto insieme, ha raggiunto il suo nuovo lavoro, ma con una consapevolezza diversa e soprattutto sostenibile.
Pensa che le tematiche sostenibili possano essere un driver per la sua immagine pubblica (pensando soprattutto al mondo social)? Secondo lei come si potrebbe migliorare la visibilità di questi temi?
Le tematiche sostenibili possono essere uno dei driver utilizzabili per la promozione dei nostri servizi e per l’immagine pubblica, tenendo conto che nella nostra attività di mental trainer lo sviluppo personale contribuisce a raggiungere uno specifico obiettivo professionale, sportivo, o relazionale in ottica ecologica nel rispetto della responsabilità sociale ed ambientale. Tutto questo penso vada canalizzato nel mondo social in termini di notizia, non di slogan e dunque l’invito per tutti noi quello di dare contenuti senza lasciarsi prendere a facili spot senza significato.
Secondo lei, i mental trainer possono contribuire allo sviluppo di una società più attenta alla sostenibilità?
Ancora, assolutamente sì. Come si dice spesso, ci sono lavori ormai fuori mercato, ci sono lavori che si stanno innovando e ci sono nuovi lavori. Il mental trainer fa parte di questa ultima categoria e tra le sue competenze porta le persone ad apprezzare il presente e a costruire un futuro sostenibile, sia a livello individuale che di team. Dico questo perché la nostra società vive di individualismo che può star bene per alcune cose, ma per raggiungere grandi obiettivi la partecipazione e la condivisione con altri è fondamentale. Ecco, il mental trainer fa riscoprire nelle persone questo valore.
I temi sostenibili stanno entrando o sono già presenti nella sua quotidianità privata?
Insisto ancora sulla mia professione di mental trainer, che è anche il mio stile di vita dove i temi di sostenibilità sono la base di partenza nell’attività di coaching. Il mental coaching è un processo di sviluppo di capacità, risorse e competenze di una persona attraverso l’individuazione degli ambiti di potenziale crescita e la definizione di un programma finalizzato al raggiungimento di obiettivi specifici: dunque il tema della sostenibilità è centrale. Quello che occorre preservare nel nostro lavoro è la creatività, la riflessione, l’ispirazione, la massimizzazione del proprio potenziale, attraverso lo sviluppo sostenibile e la valorizzazione delle strategie.
Cecilia Mussi