Gri, troppo blanda la proposta Ue sulla due diligence
Gri, fornitore degli standard di rendicontazione sulla sostenibilità, si è detto deluso dalla proposta per la Sustainable Corporate Governance Directive (divenuta Corporate Sustainability Due Diligence) appena pubblicata dalla Commissione europea. A seguito della pubblicazione della proposta, il fornitore chiede di incorporare maggiormente la due diligence ambientale e sui diritti umani nel quadro giuridico.
Coma anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 289 “Gri delusa dalla Sustainable Corporate Governance Directive”), l’anno scorso Gri aveva già presentato una risposta alla consultazione della Commissione sulla direttiva.
«Siamo soddisfatti che le imprese soggette alla Sustainable Corporate Governance Directive dell’Ue dovranno integrare i diritti umani, l’ambiente e il clima nelle loro decisioni, per garantire che il loro modello di business e la loro strategia siano compatibili con la transizione verso un’economia sostenibile», ha commentato in una nota Peter Paul van de Wijs, Chief External Affair Officer presso Gri. «Tuttavia, siamo preoccupati per la rimozione dei requisiti di Corporate Governance e l’attenuazione degli obblighi sui potenziali impatti ambientali negativi. Inoltre, la mancanza di chiarezza sui contratti dei fornitori e sulla verifica da parte di terzi non garantirà la trasparenza richiesta sulla catena di approvvigionamento. Infine, una scappatoia introdotta permetterà alle imprese di proteggersi da rivendicazioni di responsabilità civile, se i fornitori che non hanno adempiuto ai loro obblighi sono in grado di fornire verifiche basate solo su clausole contrattuali generiche».
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