Greenpeace: in Italia oltre il 60% delle bottiglie in Pet non viene riciclato
Ogni anno in Italia circa 7 miliardi di contenitori in Pet non vengono riciclati e rischiano di essere dispersi nell’ambiente e nei mari. Lo denuncia il report “L’insostenibile peso delle bottiglie di plastica” di Greenpeace, che evidenzia come più del 60% degli 11 miliardi di bottiglie immesse al consumo in Italia ogni anno non viene riciclato. A questi dati si aggiungono quelli sulle emissioni di gas serra generate dalla produzione delle bottiglie non riciclate: 850 mila tonnellate di Co2 equivalenti.
La denuncia è rivolta soprattutto alle aziende leader del mercato nazionale di acque minerali e di bibite, che pubblicizzano il riciclo come soluzione alla produzione di plastica, nonostante solo il 5% del pet riciclato in Italia venga usato per produrre nuove bottiglie. Per questo motivo, nelle scorse settimane Greenpeace ha lanciato una petizione per chiedere alle big di ridurre drasticamente il ricorso a bottiglie in plastica monouso e adottare sistemi di vendita basati sull’impiego di contenitori riutilizzabili per ridurre l’inquinamento marino e la dipendenza da petrolio e gas fossile.
Le critiche investono anche la politica, colpevole di non aver definito quote obbligatorie di impiego per i contenitori riutilizzabili, né incentivato sistemi di deposito su cauzione come avviene invece in numerosi Paesi europei. «Il recepimento della direttiva europea sulle plastiche monouso, che dovrebbe avvenire entro il 3 luglio, sarebbe un’ottima occasione per ridurne subito l‘impiego e promuovere il riutilizzo seguendo l’esempio tedesco e francese. Eppure, a due giorni dall’entrata in vigore della direttiva, non abbiamo ancora alcuna indicazione dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani sul decreto di recepimento. Non si accompagna il Paese verso una reale transizione ecologica se tonnellate di plastica continuano a finire nei nostri mari», ha dichiarato Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
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