Glass Lewis “costretta” a mezza marcia indietro sulla Dei
Secondo quanto riportato da Reuters, il consulente per le votazioni per delega Glass Lewis sta valutando una revisione della propria posizione sulle politiche di diversità, equità e inclusione (Dei). Gli autori riportano che questa decisione potrebbe influenzare il supporto per tali misure nella prossima stagione delle assemblee degli azionisti.
In una nota ai clienti, il Chief Operating Officer di Glass Lewis, John Wieck, ha evidenziato che le recenti iniziative del Dipartimento di Giustizia dell’amministrazione Trump mirano a limitare i programmi Dei nelle aziende private. «Sebbene crediamo fermamente che la diversità contribuisca a migliorare le performance aziendali e il valore a lungo termine per gli azionisti», Wieck ha sottolineato che, «data la posizione intransigente e rigida dell’attuale Amministrazione statunitense, potremmo ritenere che sia nel miglior interesse dei nostri clienti che Glass Lewis modifichi il proprio approccio» nelle raccomandazioni sulle elezioni dei consigli di amministrazione e sulle proposte degli azionisti nelle società statunitensi.
Attualmente, Glass Lewis raccomanda agli azionisti di votare contro alcuni amministratori nelle principali società statunitensi i cui consigli di amministrazione non presentano diversità di genere, razziale o Lgbtq.
Gli autori riportano, tuttavia, che la nota società di consulenza non ha attuato un cambiamento drastico rispetto al passato. A tal proposito, il rivale Iss ha invece adottato una posizione più netta: l’11 febbraio ha annunciato che non considererà più la diversità nei consigli di amministrazione come criterio per le proprie raccomandazioni di voto.
Secondo quanto riportato, l’amministrazione Trump si oppone da tempo alle politiche Dei sostenendo che queste possano introdurre discriminazioni nei confronti di altri gruppi, tra cui uomini e persone bianche, e che possano ridurre il ruolo del merito nei processi di selezione e promozione. D’altro canto, i sostenitori delle iniziative Dei sottolineano invece che queste misure contribuiscono a una rappresentanza più equa per i gruppi storicamente emarginati.
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