Il ruolo chiave di alcuni kpi
Georgeson: l’investitore vuole Esg specifici
Enel e Georgeson accendono i rflettori sulle metriche, gli indici e i topic delle aziende che incidono sulle scelte degli investitori. In particolare, durante l’evento “Esg: dall’interazione all’integrazione”, di giovedì 7 luglio, Georgeson ha evidenziato come le strategie degli investitori saranno sempre più mirate e specifiche, guardando a determinati kpi del panorama Esg. Inoltre, nel report viene specificato come «il 45% degli investitori intervistati ha suggerito che il disinvestimento, l’esclusione o la strategia di “underweight” diventeranno un meccanismo sempre più comune con l’evoluzione dei quadri e dei regolamenti Esg».
Guardando invece agli indicatori che ottengono maggiore attenzione, nel report si specifica «come la tendenza tra gli investitori sia quella di iniziare a cambiare il modo in cui giudicano le imprese in base alla loro performance sociali, con una maggiore attenzione ai diritti umani e alla diversità etnica per alcuni mercati». Un altro dato mostra come l’attenzione degli investitori sia sempre più focalizzata su specifiche questioni ambientali, guardando in special modo alla responsabilità sulla biodiversità e alla resilienza dei territori in cui si opera. Infatti, come mostra il grafico sotto, «il 45% degli intervistati ha affermato che sarà “molto importante” per le società aggiornarsi in merito alla Task Force for Natural Financial disclosures (Tnfd), anche senza raggiungere gli standard, ma almeno iniziando ad implementarli».
Per quanto riguarda gli standard climatici, sempre più spesso gli investitori utilizzano una combinazione di framework per misurare strategia e progressi delle aziende, ricercando nelle aziende un allineamento agli standard internazionali di riferimento, come il Climate Action100+, il Sbti e il Tpi. Questi standard, oltre a garantire la “veridicità” dei dati, aiutano gli investitori a identificare quali aziende sono leader, nella media o in ritardo.
Dando uno sguardo agli indicatori dell’area Governance, tra i dati pubblicati da Georgeson, spicca il 90% dei rispondenti che approva l’uso di metriche Esg nella retribuzione dei manager, sottolineando che questo deve essere avviato in un processo integrato nei piani Esg dell’azienda e che gli obiettivi Esg devono essere concreti, misurabili e trasparenti. Infine, è stato sottolineato come, negli ultimi anni, gli investitori si stanno concentrando sempre di più sulla composizione del Cda per valutare se gli amministratori possiedono le competenze, le conoscenze e l’esperienza necessarie per supervisionare l’attività in linea con la strategia della società. Da questo punto di vista, il report sottolinea che per le aziende sarebbe utile «la divulgazione di una matrice delle competenze, uno strumento che aiuterebbe gli investitori a effettuare tali valutazioni e rassicurarli sul fatto che il Consiglio di Amministrazione ha messo in atto un processo solido per valutare il mix di competenze e diversità di cui dispone attualmente e/o che sta cercando di raggiungere».
Pietro Menziani
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