Gender pay gap, perché la disclosure è importante
Il 30 gennaio è stata pubblicata dal Parlamento europeo una risoluzione sul gender pay gap che invita ad adottare politiche più decise per contrastare il fenomeno. La Commissione europea al momento del suo insediamento ha promesso che entro marzo 2020 presenterà un piano per affrontare la disuguaglianza di genere. In Italia è in corso in Parlamento un dibattito su diverse proposte di legge di modifica del Codice delle pari opportunità per rendere più vincolanti per le imprese gli obblighi di comunicazione dei dati sulle retribuzioni e sugli occupati uomini e donne. In particolare, la discussione verte su tre elementi chiave: la soglia in termini di dimensione dell’impresa a cui applicare quegli obblighi; il tipo di informazioni richieste alle imprese e i destinatari della loro raccolta; la previsione di sanzioni per le aziende che non ottemperino all’obbligo di presentazione dei dati. Sul tema sono intervenuti dalle pagine de lavoce.info Alessandra Casarico, professoressa di Scienza delle finanze all’Università Bocconi, e Salvatore Lattanzio, dottorando di ricerca in economia all’Università di Cambridge, che hanno sottolineato come «la riduzione dei divari di genere nel mercato del lavoro passa anche da una maggiore consapevolezza delle imprese. E gli obblighi di comunicazione dei dati sulle retribuzioni e sugli occupati uomini e donne possono essere uno strumento importante». In particolare, gli autori rilevano che la trasparenza all’esterno e sanzioni sono due elementi critici «se vogliamo sperare che la legislazione sugli obblighi di informativa sul personale abbia efficacia». È anche possibile che la rilevanza dell’uno o dell’altro strumento nel ridurre i differenziali di genere dipenda dalla dimensione dell’impresa: i meccanismi reputazionali possono funzionare meglio sulle grandi imprese, mentre la previsione di sanzioni può incidere di più su quelle di dimensione inferiore.
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