Forum finanza sostenibile: 173 soci, spinti da asset owner
Il Forum per la Finanza Sostenibile, nel corso di un appuntamento con la stampa di ieri, ha affrontato le prospettive, sia normative, sia di mercato, della finanza sostenibile per il 2025.
Come evidenziato da Francesco Bicciato, direttore generale del Forum, i soci sono aumentati, ad oggi 173, con un trend abbastanza costante. «In questo momento non ci aspettavamo un aumento e nuove adesioni. Cresce la base associativa degli asset manager ma soprattutto degli investitori istituzionali, fondi pensione, casse di previdenza e fondazioni bancarie, le quali nell’ultimo anno e mezzo sono aumentate del 30%». Sono aumentati non solo il numero di associati, ma anche le quote di investimento Esg all’interno del patrimonio.
Bicciato ha evidenziato diversi dati legati ai fondi Esg, caratterizzati da performance migliori rispetto ai competitor fondi tradizionali, da costi inferiori ai fondi non Esg. Non solo, nonostante i flussi siano in diminuzione alla fine del 2024, i fondi sostenibili hanno raggiunto un nuovo record di $3,2 mila miliardi di masse gestite.
A livello globale, come testimoniano i dati di Morgan Stanley Institute for Sustainable Investing, la maggior parte degli investitori istituzionali (il 78% degli Asset Manager e l’80% degli Asset Owner) prevede di aumentare gli investimenti in fondi sostenibili nei prossimi due anni. Questa tendenza è emersa anche dalle interviste individuali svolte dal Ffs presso i propri soci, soprattutto i grandi asset manager.
Lato investitori privati, a livello globale, più di tre quarti degli investitori privati sono interessati agli investimenti sostenibili: sotto la lente il dato americano, per cui c’è un 84% di interesse sugli investimenti sostenibili. Per questo motivo «il mercato americano può essere ancora interessante».
Isabel Reuss, senior climate and social advisor del Ffs, ha evidenziato come «la finanza sostenibile chiede trasparenza sui dati, si ritorna all’elemento fondamentale che è trasparenza, dialogo e comunicazione». «Nel 2025 la parte rischio diventa molto più visibile e sarà soprattutto l’anno del green hiding, ossia “la gente non dice che lo, fa ma lo fa” perché il rischio è troppo alto per non farlo».
Dopo aver evidenziato come le aziende che hanno fatto il reporting non vogliono tornare indietro, perché finalmente hanno analizzato rischi che forse non sapevano di avere, secondo Bicciato «la normativa che taglia gli obblighi di reporting non va verso una semplificazione, ma va verso una complicazione, va contro gli interessi degli investitori. Più dati vuol dire meno rischio dell’investimento».
Infine, se prima l’obiettivo era spostare più volumi possibili di capitali verso il mondo green, oggi «uno degli obiettivi del Ffs e dei Forum europei è convincere le persone che il mercato Esg è un mercato redditizio che conviene, favorendo un processo di educazione finanziaria per cercare di incrementare il mercato green».
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