Secondo una ricerca di Clarity AI, pochissimi fondi con termini legati alla sostenibilità nel nome sono conformi alle norme di etichettatura proposte dalle autorità di regolamentazione del Regno Unito, dell’Unione europea e degli Stati Uniti.
Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 336 “Fondi Esg, l’etichetta non fa il monaco”), l’analisi ha esaminato 1.514 fondi con queste caratteristiche in tutte e tre le giurisdizioni. Nello specifico, è emerso che l’85% dei fondi non rispetta nessuno dei tre regimi; il 15% rispetta almeno uno dei tre regolamenti; e solo il 4% li rispetta tutti e tre.
Secondo la proposta di etichettatura dell’European Securities and Markets Authority (Esma), i fondi sostenibili devono investire almeno la metà delle loro attività in investimenti Sri; secondo le regole del Regno Unito, per qualificarsi per il marchio Sustainable Focus il 70% delle attività del fondo deve essere allineato a uno standard credibile di sostenibilità; e le proposte negli Stati Uniti mirano a una soglia dell’80% delle attività allineate con la strategia che il nome del fondo suggerisce.
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