Fondazioni d’impresa, evolve l’idea di charity
Delle 111 fondazioni di impresa con sede in Italia ben 25 sono nate dopo il 2011. E addirittura il 44% dopo il 2005. Una crescita esponenziale. Il 45% delle fondazioni si trova in Lombardia; segue il Lazio con il 13%. Tra le città dominano Milano con il 25% delle fondazioni e Roma con il 13%. Si conferma quindi una concentrazione delle fondazioni di impresa nell’Italia settentrionale, dove si trova il 72%, valore che scende al 24% al Centro, al 3% al Sud, e all’1% nelle Isole. Per quanto riguarda il settore produttivo delle imprese fondatrici prevale Finanza e credito (20%) seguito dai settori Abbigliamento, Tessile, Moda, Accessori abbigliamento ed Energia, Ambiente, Municipalizzate (entrambi al 10%) e dal settore Alimentare, Bevande e Tabacco (9%).
È quanto emerge dalla ricerca di Fondazione Bracco e Fondazione Sodalitas, realizzata in collaborazione con Percorsi di secondo welfare, che ha fotografato un comparto assai dinamico e in crescita.
Tra i risultati rilevanti, emerge la riflessione sulle modalità di erogazione delle risorse, orientate verso uno step che supera la charity tradizionale. Infatti, «cresce l’interesse – si legge in una nota – per la filantropia strategica, ma è ancora scarsa la capacità di promuoverla. Il 71% delle fondazioni di impresa dichiara di effettuare attività di valutazione delle proprie attività. Tuttavia solo poche fanno ricorso ai metodi di valutazione più sofisticati (come valutazione d’impatto). Il 42% delle fondazioni ha intenzione di intraprendere nei prossimi tre anni dei cambiamenti nelle modalità di intervento e/o nel settore d’intervento. In particolare, il 48% del campione pensa che debba essere migliorata la comunicazione, il 34% la capacità di progettare sul lungo periodo, il 30% pensa che debbano essere migliorate le modalità di valutazione degli interventi, mentre il 22% ritiene che si debba migliorare il raccordo con gli altri attori presenti sul territorio. Il 22% auspica una maggiore focalizzazione su un numero selezionato di interventi. Il 69% ha intenzione, nei prossimi tre anni, di rafforzare la partnership con altre istituzioni e/o organizzazioni fino alla costituzione di reti stabili».
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