L’introduzione dei fattori Esg (environmental, social and governance) nei processi di selezione degli investimenti è iniziata nel 2016, e oggi la Fondazione Enasarco realizza «complessivamente oltre 2 miliardi di investimenti con l’impiego di tali criteri». A rivelarlo la stessa Fondazione che, in una nota diffusa la scorsa settimana, sottolinea anche come «con l’introduzione della nuova asset allocation strategica, (…) utilizzerà dei benchmark di riferimento costruiti tenendo conto dei fattori ESG, l’adozione dei quali prevede nuovi investimenti fino a potenziali 830 milioni in linea con i criteri di sostenibilità previsti dagli indici stessi, pari al 10,5% del patrimonio attuale».
Fondazione Enasarco, che a giugno è entrata anche a far parte dei sottoscrittori italiani dei Principi di investimento responsabile delle Nazioni unite (UnPri) si è impegnata a incorporare le tematiche sostenibili anche nella governance «e a richiedere trasparenza in ambito Esg ai soggetti ai quali affida la gestione dell’investimento».
Negli ultimi anni, la Fondazione ha avviato una profonda ristrutturazione del proprio portafoglio, che ha visto una riduzione della componente immobiliare a favore delle altre asset class sia liquide sia illiquide. «Il portafoglio della Fondazione Enasarco, frutto di un processo di ottimizzazione minuzioso, è ad oggi ben diversificato sia in termini di asset class, sia in termini geografici».
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