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segnale forte: record di adesioni (32) da parte delle sgr
@salone.SRI 2020, la finanza responsabile C’È. E ritrova l’economia reale
Una quinta edizione di numeri record. E una quinta edizione che centra il cuore della sfida: gli Esg come strumento di avvicinamento tra finanza ed economia reale. Il prossimo @salone.SRI del 24 novembre 2020 (Palazzo delle Stelline, Milano) comincia a scaldare i motori in un anno che ha mutato costumi e coscienze, in cui probabilmente i fattori Esg hanno inciso un segno indelebile nei sistemi socio-economici mondiali. Un passaggio tale da lasciar pensare che il grande pericolo greenwashing cominci a confrontarsi con anticorpi di sistema all’altezza della situazione.
NUMERI RECORD
Il primo segnale che manda @salone.SRI è quello di esserci. La finanza responsabile ci tiene, ci prova e, soprattutto quest’anno, C’È. Oltre alla conferma del main sponsor MSCI, il Salone SRI 2020, nella sua formula reloaded @salone.SRI, parte con un numero di partner mai raggiunto nelle edizioni precedenti. Le adesioni si sono chiuse a quota 32 società aderenti alle diverse formule proposte (vedi la lista degli espositori). Un segnale chiarissimo di fiducia e voglia di condividere.
Ma i numeri record si attendono anche in termini di pubblico. Complice l’epidemia di Covid-19 che ha condizionato gli appuntamenti 2020, @salone.SRI è il primo evento di business dedicato alla finanza che si svolge quest’anno in Italia. Per di più, parte da uno sforzo importante in termini di restyling digitale. Attraverso la costruzione di una piattaforma dedicata, l’appuntamento diventa interamente reloaded. Significa che tutte le conferenze della giornata saranno rilanciate in streaming. Parte di queste si svolgeranno in sala, situazione pandemica permettendo. Parte direttamente online attraverso webinar. In ogni caso, significa garantire una visibilità e una accessibilità aumentate che favoriranno anche la dimensione internazionale del progetto (vedi le novità di questa edizione nell’articolo in uscita alle ore 12.00). Si apriranno opportunità importanti sia per i relatori, indipendentemente dalla provenienza. Sia per il pubblico. Anche per quello interessato all’area espositiva. In parallelo agli stand fisici, infatti, @salone.SRI offrirà l’opportunità di una sorta di stand virtuali, dove i partner avranno slot nella giornata per chattare con gli interlocutori.
lA PARTICELLA CHE BATTE IL GREENWASHING
@salone.SRI manda poi un altro segnale chiave, attraverso il concept di questa edizione: “ESG Planet – Finance faces a new world”, che sarà il filo conduttore dell’intera giornata (vedi le 12 domande-conferenze da cui parte @salone.SRI 2020). La riflessione esplora l’infinitamente grande, inteso come “pianeta” con cui fare i conti, e quindi il mondo denso di complessità environmental, social e governance. Ma anche l’infinitamente piccolo. L’immagine del logo di quest’anno, infatti, richiama al contempo un pianeta e una particella: la “particella Esg”. Ovvero, la singola (atomica) informazione in cui, sempre più, dovranno scomporsi le informazioni che legano la finanza con l’economia reale.
Il 2020, anno della pandemia, ha ancor più evidenziato gli stretti legami e le corresponsabilità dei ruoli, tra investitori e imprenditori. Con le aziende impegnate a ricercare un posizionamento sostenibile perché il sistema, a monte e a valle, lo richiede. E la finanza impegnata a studiare quali aziende siano davvero sulla giusta strada, a prescindere da annunci o altri orpelli di marketing. Per giunta, in uno scenario europeo in cui le normative si preparano a dettare standard di reporting e di trasparenza in chiave Tassonomia.
Insomma, tra l’infinitamente piccolo e le dimensioni planetarie, gli Esg si stanno facendo valere come fossero la particella che compone il sistema.
E stanno dimostrando una forza che, appunto, sembra atterrire l’idea del greenwashing (che era uno dei temi centrali del 2019). Come non si potesse, troppo a lungo, prendere in giro le particelle nucleari.
UN PASSAGGIO FILOSOFICO
La finanza è di fronte a una rivoluzione epocale che la spinge a tornare confrontarsi con l’economia reale, quasi un secolo dopo John Maynard Keynes, colui che aveva ammonito sulla prospettiva che, una separazione tra i due poli (finanza e industria), avrebbe condotto l’investitore a una sorte di grande e pericolosissima roulette.
Si può parlare di un passaggio filosofico. La rivoluzione in corso, infatti, costringe a un radicale cambiamento dei “presupposti” e delle “finalità” di chi agisce nel sistema economico-finanziario. I presupposti sono quelli di un’amplificazione della conoscenza che dovrà abbracciare l’intero percorso dell’investimento (dal portafoglio del risparmiatore retail alle strategie delle aziende). Le finalità sono quelle di incorporare, a qualsiasi livello, un fiduciary duty Esg verso i sottoscrittori, verso gli investitori, verso i clienti o, più in generale, verso gli stakeholder del proprio business. Dove, con fiduciary duty Esg si intende l’impegno non solo alla massimizzazione dei rendimenti. Ma anche l’impegno a massimizzarli nel modo qualitativamente migliore (che, poi, è un sinonimo di qualità dell’investimento nel tempo).
E come in ogni riflessione filosofica che si rispetti, anche @salone.SRI parte dalle domande (in ordine di apparizione il 24 novembre)