Finance Watch: l’Ue rompa il circolo vizioso tra finanza e clima
Le istituzioni europee devono impegnarsi per rompere il “circolo vizioso” tra finanza e clima. L’appello arriva dalla Ong Finance Watch che sollecita i responsabili politici a intervenire immediatamente per sfruttare la regolamentazione prudenziale bancaria per affrontare il cosiddetto “doom loop” tra finanza e clima, poiché le misure esistenti incentrate sulla trasparenza, la modellizzazione del rischio e gli stress test non sarebbero abbastanza efficaci in tempi brevi.
La riflessione, come anticipato nella rassegna sostenibile di questa settimana (Et.Observer/223 – Il circolo vizioso tra finanza e clima), è stata pubblicata in un nuovo report della Ong, “Breaking the climate-finance doom loop”, in cui il gruppo ha affermato che lo strumento più adatto per l’Unione europea per intraprendere un’azione preventiva sono le misure prudenziali rivolte alle banche con attività a rischio di incaglio e che contribuiscono al rischio macroprudenziale legato al clima.
Secondo l’Ong gli strumenti per “rompere il circolo vizioso” tra cambiamento climatico e instabilità finanziaria sarebbero già disponibili nell’ambito della Capital Requirements Regulation (Crr), il regolamento sui requisiti patrimoniali dell’Ue. Finance Watch dà una serie di raccomandazioni ai responsabili politici, tra queste la richiesta di calibrare la ponderazione del rischio per le esposizioni bancarie esistenti alle riserve di combustibili fossili al 150%, in linea con una disposizione del Crr; garantire che le ponderazioni di rischio modificate si riflettano nei modelli interni delle banche ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali; e promuovere l’adozione di requisiti prudenziali simili a livello globale coinvolgendo il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (Cbvb) e il Financial Stability Board (Fsb).
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