Ferrari, per Standard Ethics ci sono debolezze nella governance
Standard Ethics ha posto Ferrari sotto rating per il suo inserimento all’interno dello Standard Ethics Italian Index. Lo Standard Ethics Rating attribuito è pari a “E”2.
Secondo gli esperti l’eccezionale qualità dei suoi prodotti, la straordinaria unicità del suo modello produttivo, l’eccellente gestione delle risorse umane, concorrono alla meritata fama della marca Ferrari. Si tratta di elementi universalmente riconosciuti che collocherebbero la casa automobilistica italiana ai vertici delle valutazioni di Standard Ethics.
Attualmente, però, è opinione di Standard Ethics che vi siano debolezze a livello di governance. L’azienda italiana appare strutturalmente sinergica all’azionista di maggioranza, sia in merito alle funzioni apicali (con singoli casi di interlocking directorships), sia a livello organizzativo (ad oggi, non è in grado di esibire un proprio codice di condotta), sia nell’ambito dei diritti di voto (ha un regime di voto multiplo consentito dalle norme olandesi: special voting shares).
Le sinergie di gruppo sono elementi che possono produrre sia scenari positivi e sia scenari negativi.
I primi si possono verificare grazie a positive collaborazioni commerciali o produttive (con economie di scala), oppure con la condivisione di risorse finanziarie. Scenari negativi possono invece prodursi qualora una controllata non fosse in grado di agire autonomamente, oppure, ad esempio, qualora fosse gestita (anche finanziariamente) nell’interesse prevalente della controllante e non solo nel suo interesse o nell’interesse dei suoi azionisti - inclusi quelli di minoranza.
Secondo il modello di Standard Ethics per le aziende quotate, si tratta di scenari statisticamente realizzabili che pongono dubbi sulla sostenibilità di lungo periodo.
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