Et.analist/ Mainstreet Partners: «Come combattere il greenwashing»
ET.Analist è lo spazio in cui ETicaNews raccoglie i contributi di analisti, asset manager e studiosi che fanno il punto su temi specifici del mondo della finanza sostenibile. Nell’ultimo numero (Finanza Sri, gli ultimi report degli analisti/ 26), Simone Gallo, Managing Director di MainStreet Partners, ha spiegato come analizzare un fondo Esg esclusivamente considerando i titoli nel portafoglio, senza tenere in considerazione la strategia e chi la gestisce, risulti fuorviante e tutt’altro che trasparente. Nell’analisi “Come combattere il greenwashing? Con una valutazione olistica” Mainstreet Partners afferma: «È bene considerare separatamente l’asset manager, il team e la strategia, oltre al portafoglio, il che si traduce in un rating di sostenibilità più affidabile ed olistico». Capire quali sono le dinamiche intorno al mondo degli investimenti Esg può essere in effetti complesso, specialmente a causa di una mancanza di uniformità nelle definizioni di cosa sia veramente un prodotto sostenibile. MainStreet sottolinea come nella categoria di fondi art. 8 si trovino strategie con caratteristiche molto diverse, che vanno da fondi generalisti che applicano delle semplici esclusioni di settori critici dal punto di vista Esg o di società coinvolte in comportamenti controversi, a fondi tematici con una missione orientata alla sostenibilità. Non è certo un esercizio banale orientarsi in un universo ormai enorme composto da fondi catalogati come Esg dagli asset manager, e in continua evoluzione. Inoltre, anche a livello di società sottostanti al portafoglio, vengono spesso assegnati rating Esg molto diversi dai vari providers, facendo così aumentare la confusione per l’investitore finale. «La domanda che gli investitori si chiedono sempre più spesso rimane: chi fa effettivamente un audit Esg approfondita dei fondi?» si chiede MainStreet rispondendo che «è un esercizio molto complesso misurare la sostenibilità di un fondo a 360 gradi, visto l’attuale universo molto ampio tra fondi ed Etf, considerando anche le necessità derivanti dalla nuova regolamentazione Europea (Sfdr): l’identificazione e la disclosure sui rischi di sostenibilità richiesta dalla normativa fa sì che diventi importante andare oltre il rating medio delle partecipazioni in portafoglio». La valutazione sarà sempre più basata su molteplici metriche e fattori: l’approccio dell’asset manager alla sostenibilità, le sue politiche ESG, la valutazione del rischio ESG, il livello di trasparenza delle disclosure, il modo in cui i principi di sostenibilità sono incorporati nel processo di investimento e come questi possano influenzare i risultati finanziari. È importante, inoltre, il monitoraggio e l’incorporazione delle controversie come passaggi fondamentali per cercare di ridurre il rischio reputazionale nell’investire in un fondo con attività o comportamenti controversi.
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