Et.Analist/ Dpam: «Nell’Esg un chiaro trend di sovraperformance»
ET.analist è lo spazio in cui ETicaNews raccoglie i contributi di analisti, asset manager e studiosi che fanno il punto su temi specifici del mondo della finanza sostenibile. Nell’ultimo numero (Finanza Sri, ultimi report degli analisti/ 15) Tom Demaecker, fund manager International & Sustainable Equity di Degroof Petercam Am, nel documento “In che modo un approccio ESG guida la performance dell’azionario?”, effettua un’analisi sull’approccio Esg in linea con diversi indicatori e orizzonti temporali che suggerisce come, su un orizzonte temporale di sette anni, «vi è un chiaro trend di sovraperformance rispetto agli operatori che non si affidano attivamente all’Esg».
La società identifica, a questo proposito, quattro fattori principali che collegano l’Esg alla sovraperformance: un approccio sostenibile evita costose controversie; l’Esg si concentra su ciò che ha più importanza (ossia sui beni intangibili che hanno assunto un ruolo importante nel processo di creazione di valore di un’impresa); si tratta di “pescare” nel bacino corretto (l’Esg può servire come indicatore della redditività e della crescita di un’azienda e aumenta le probabilità di scegliere una buona società); infine, operando una corretta selezione, si evita automaticamente anche di incappare in brutte sorprese. Ma Dpam avverte che «anche se l’Esg ha ovviamente diversi vantaggi se utilizzato correttamente, ci sono alcuni elementi a cui prestare attenzione. Innanzitutto, non è del tutto chiaro in che misura ogni singola parte di un punteggio Esg contribuisca alla sovraperformanc». Mentre diversi studi hanno identificato un collegamento tra E e performance, i fattori S e G risultano più difficili da riassumere in un unico punteggio.
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