ET.Analist/ Dpam: «Ambito, misura e peso. Le tre divergenze tra rating Esg»
ET.Analist è lo spazio in cui ETicaNews raccoglie i contributi di analisti, asset manager e studiosi che fanno il punto su temi specifici del mondo della finanza sostenibile. Nell’ultimo numero (Finanza Sri, gli ultimi report degli analisti/ 23) Arne Kerst, Fund Manager Quantitative Equity di Dpam nel documento “Rating ESG, (ancora) troppe sfumature di verde” mette sotto la lente le «discrepanze» tra i rating Esg (ambientale, sociale e di governance) prodotti da diversi provider. Secondo Kerst molte delle differenze sono legate all’approccio utilizzato: ad esempio, con la selezione “best in class” o “worst in class” emerge un netto cambiamento dell’universo investibile. Queste divergenze possono anche costituire un ostacolo per le aziende che intendono migliorare la propria performance Esg.
Dpam, rifacendosi alla letteratura esistente in materia, indica tre tipi di divergenze tra i rating Esg: 1) Divergenza di ambito, quando i rating non sono basati sulle stesse componenti sottostanti (ad esempio, emissioni e gender gap); 2) Divergenza di misura, quando si scelgono diverse modalità per misurare un determinato dato; 3) Divergenza di peso, ossia le differenze nelle ponderazioni dei componenti del rating Esg.
Da segnalare anche l’effetto “rater” per cui quando un’azienda riceve un punteggio elevato in una categoria è più probabile che riceva punteggi elevati in tutte le altre categorie dello stesso rater o fornitore. Per sopperire a questi limiti, secondo Dpam è fondamentale avere una buona comprensione di come questi rating sono costruiti. «Questo è importante sia nella fase di selezione di un provider Esg, sia in seguito, durante la costruzione di un portafoglio Esg altamente performante».
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