ET.Analist/ Columbia Threadneedle: «Integrare l’Esg nelle infrastrutture digitali»
ET.Analist è lo spazio in cui ETicaNews raccoglie i contributi di analisti, asset manager e studiosi che fanno il punto su temi specifici del mondo della finanza sostenibile. Nell’ultimo numero (Finanza Sri, ultimi report degli analisti/ 20) Benjamin Kelly, Analista Senior, Ricerca globale e Antonio Botija, Responsabile originazione e investimenti, Investimenti infrastrutturali di Columbia Threadneedle Investments, nel documento “Una prospettiva sostenibile per le infrastrutture digitali” sottolineano come una delle conseguenze delle crisi che si sono succedute storicamente sia stata la tendenza ad accelerare i trend preesistenti. Sarà anche il caso della crisi generata dalla pandemia di Covid-19, che sta rendendo più urgente il bisogno di una trasformazione digitale, «laddove il digitale va considerato come un settore infrastrutturale a pieno titolo».
Nel documento si sottolinea come le proiezioni future segnalino una crescita “esponenziale” della domanda di servizi di rete e data center, dovuta all’incremento del numero di persone che lavorano da casa per più giorni alla settimana (dal 7% al 25-30% negli Stati Uniti); alle stime sull’aumento del traffico internet globale; alla crescita della popolazione mondiale che avrà accesso a internet nel 2023 (circa i due terzi, per un totale di 5,3 miliardi di utenti); e al raddoppio del traffico video tra il 2019 e il 2022. Questa crescita nella domanda di dati determina lo sviluppo registrato da torri e tralicci cellulari negli ultimi dieci anni, quello delle piattaforme di giochi e servizi in streaming (come Netflix o Amazon Prime).
Alla luce di questo sviluppo insistente della domanda, sottolineano gli analisti, «i data center costruiti sul presupposto della sostenibilità sono una necessità, non un lusso». Le società stanno integrando attivamente i fattori di sostenibilità nelle decisioni che prendono in materia di infrastrutture digitali, e gli azionisti hanno la capacità di incidere su tali scelte e sulle fonti energetiche utilizzate dalle aziende. Ma un impulso fondamentale alla sostenibilità viene dagli stessi centri dati e dalle loro sedi e attività operative. «I centri dati che operano in iperscala, ossia quelli di grandi dimensioni, sono molto più efficienti sul piano energetico dei server locali di minori dimensioni». A questo si somma la scelta delle aree in cui collocare i data center (il centro svedese di Microsoft, ad esempio, è stato selezionato in virtù dell’elevata affidabilità della rete elettrica). Tutto ciò rientra nella crescente tendenza delle aziende a farsi sempre più carico delle proprie emissioni, che va nella stessa direzione caldeggiata dagli azionisti. A inizio anno considerazioni sul tema della sostenibilità sono state cruciali per la decisione di Columbia Threadneedle European Sustainable Infrastructure Fund di investire in Lefdal, un centro dati norvegese. Il World Economic Forum stima che il valore globale aggregato della trasformazione digitale sulla società e l’industria supererà i 100mila miliardi di dollari nel 2025. E tutti questi benefici possono essere facilmente ricondotti agli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) delle Nazioni unite.
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