ET.Analist/ BlueBay: «Il fattore “S” della mobilità elettrica»
ET.Analist è lo spazio in cui ETicaNews raccoglie i contributi di analisti, asset manager e studiosi che fanno il punto su temi specifici del mondo della finanza sostenibile. Nell’ultimo numero (Finanza Sri, ultimi report degli analisti/ 19) Nesche Yazgan, Senior Corporate Analyst, BlueBay Asset Management, nel report «Investimenti Esg: la mobilità elettrica è positiva per la “E”, ma attenzione alla “S”» analizza l’evoluzione dell’attenzione del settore automotive sotto il profilo Esg (Environmental, social and governance) alla luce dei cambiamenti innescati dalla pandemia sui mercati mondiali.
Bluebay sottolinea come il settore automotive si concentri spesso sul fattore ambientale (E) dell’Esg, e presti meno attenzione alle conseguenze che la transizione verso una mobilità più sostenibile potrebbe avere a livello sociale (S). Fino a oggi, il possibile conflitto tra i due fattori si è evitato per la presenza di condizioni macroeconomiche favorevoli: l’industria ha potuto generare profitti consistenti con cui ha potuto finanziare i costi della transizione dai veicoli che utilizzano motori a combustione interna (Mci) a quelli elettrici. Tuttavia la paventata recessione impatterà sul settore e «storicamente, i licenziamenti hanno rappresentato una pratica comune per queste società nello sforzo di tagliare i costi» ma oggi questo potrebbe non bastare.
Bluebay ha analizzato a questo proposito il mercato tedesco (i veicoli elettrici sono il 4% del venduto), dove la spinta del Governo verso i Ve trova ancora una certa resistenza legata alla distanza percorribile e la convenienza del diesel. Allo stesso tempo, la mancanza di incentivi per i veicoli Mci e i disincentivi per i veicoli diesel, ne hanno scoraggiato gli acquisti e questo in contrasto con quanto avvenuto dopo la crisi del 2008, «quando gli incentivi del Governo avevano aiutato l’industria ad evitare licenziamenti di massa». Nell’ultimo lustro sono aumentati gli investimenti in nuove tecnologie delle società automotive tedesche ma ora che i profitti sono in calo e il Governo sta attivamente scoraggiando i consumatori a comprare le automobili più remunerative per i produttori l’industria si trova a dover operare una ristrutturazione radicale. La transizione avrà quindi un impatto economico significativo. L’obiettivo dell’analisi di Bluebay, alla luce dei fatti, è quello di «mettere in luce la complessità dell’interazione tra questi fattori e l’importanza di considerare tutti i risvolti del processo di transizione verso la mobilità elettrica». Infatti, non solo è necessario guardare al profilo ambientale, ma anche alla necessità di tutelare un mercato del lavoro che, per citare un dato, si trova a riprogrammare anche una supply chain che passa dai 2.600 pezzi (in media) per un veicolo a combustione, ai 400 di un VE.
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