Il sondaggio di PwC

Esg sempre meno prioritari nei cda Usa

2 Ott 2024
Notizie Companies & CSR Commenta Invia ad un amico
Secondo il sondaggio annuale di PwC, nei consigli di amministrazione delle società quotate negli Stati Uniti è calata l'attenzione e l'interesse verso le questioni Esg. Sempre più cda hanno preso misure contro il crescente attivismo degli azionisti. Nemmeno la pressione degli stakeholder riesce a portare le questioni sociali all'odg

Le questioni ambientali, sociali e di governance (Esg) sono sempre meno una priorità nei consigli di amministrazione negli Stati Uniti. È quanto emerge dall’ultimo sondaggio annuale pubblicato a settembre da PwC, “PwC’s 2024 Annual Corporate Directors Survey – Uncertainty and transformation in the modern boardroom”. L’indagine ha coinvolto più di 520 amministratori di società quotate negli Stati Uniti e ha analizzato come si stanno evolvendo i cda per affrontare le sfide future. I risultati mostrano che, in questo clima politico sempre più polarizzato, è calata l’attenzione nei board verso le questioni Esg e gli amministratori si stanno schierando contro l’attivismo degli azionisti.

Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 385 “Usa, cala l’interesse dei cda per le questioni Esg”), il sondaggio ha rilevato che solo per il 47% degli intervistati le questioni Esg fanno regolarmente parte dell’agenda del consiglio, in calo dal 52% dell’anno scorso anno e dal 55% del 2022. Il 55% degli amministratori ha detto che le questioni Esg fanno parte delle discussioni sulla gestione del rischio aziendale del consiglio, rispetto al 59% del 2023. A pesare è l’ambiguità sul significato e l’ambiente sempre più complesso che circonda le questioni Esg. Il 66% degli amministratori, infatti, ritiene che «Esg significa cose diverse per persone diverse»; più di un terzo ritiene che «Esg è diventato un termine a pagamento e non ha più valore»; e solo il 7% ritiene che «Esg significa la stessa cosa della sostenibilità».

MALCONTENTO DEI MEMBRI

Il sondaggio ha messo in luce un alto livello di malcontento tra i membri del cda nei confronti dei colleghi e un elevato numero di amministratori che desidera la sostituzione di un membro del cda: il 49% degli intervistati vorrebbe sostituire almeno un amministratore; il 25% vorrebbe sostituire due o più colleghi. Inoltre, gli intervistati lamentano la priorità data alle competenze tradizionali, come le competenze finanziarie, industriali e operative, per le nuove aggiunte al consiglio; invece di prestare più attenzione alle competenze specialistiche sugli argomenti di tendenza, come l’intelligenza artificiale, la sostenibilità e la geopolitica. Per quanto riguarda il tema della diversity, invece, gli amministratori ne riconoscono l’impatto all’interno del board, ma non sulle prestazioni complessive dell’azienda: per il 79% la diversità ha portato prospettive uniche nel cda; per il 75% ha migliorato la cultura del cda; per il 68% ha migliorato le prestazioni del cda; ma solo il 40% ha riscontrato un beneficio diretto sulle prestazioni dell’azienda.

Il malcontento degli intervistati riguarda anche gli argomenti oggetto di discussione all’interno dei board, o meglio quelli che non sono stati discussi. Nonostante la maggior parte abbia espresso preoccupazioni su questioni sociali e di politica pubblica, infatti, il 57% ha risposto che il suo cda non ha discusso le posizioni dell’azienda su questi problemi nell’ultimo anno. In particolare, il 75% si è detto preoccupato per l’impatto della divisione politica negli Stati Uniti; il 59% per la mancanza di una politica di immigrazione coesa negli Stati Uniti; e il 44% per la disuguaglianza nelle opportunità economiche. Nemmeno la maggiore pressione da parte degli stakeholder affinché le imprese prendano posizioni aziendali su questi temi è servita: i cda continuano a rinviare le discussioni su questi argomenti adducendo come motivazione i vincoli di tempo e le ampie responsabilità da adempiere.

AI, ESG E ATTIVISMO DEGLI AZIONISTI

Man mano che l’intelligenza artificiale diventa centrale per il business e aumentano le pressioni competitive, il controllo normativo e le preoccupazioni etiche sull’utilizzo dell’IA, i consigli di amministrazione cercano informazioni più approfondite e formazione sul tema. Il 69% degli amministratori ha segnalato che si fida delle capacità del proprio management di eseguire la strategia dell’azienda su IA e IA generativa; ma solo il 50% ritiene di ricevere informazioni sufficienti dal management sulla risposta dell’azienda ai rischi associati all’uso di IA e GenIA.

Il sondaggio annuale ha rilevato anche che, negli ultimi tre anni, alcuni cda si sono concentrati sempre meno sulle questioni Esg. La percentuale di amministratori che ha risposto che le questioni Esg fanno regolarmente parte dell’ordine del giorno del proprio cda è calata sempre più: nel 2022 era al 55%; nel 2023 è calata al 52% e quest’anno è solo al 47 per cento. In più, il 66% degli intervistati ritiene che Esg significhi cose diverse per persone diverse e solo il 7% concorda che Esg e sostenibilità significano la stessa cosa. In più, il 58% non ritiene che il suo cda capisca i criteri Esg in modo coerente, aggiungendo complessità e ostacoli per affrontare efficacemente questi problemi. Quest’ultimo dato è molto più alto nelle società più piccole rispetto alle grandi. Più nello specifico, solo il 57% degli intervistati ha dichiarato che il suo cda è sufficientemente preparato per supervisionare le prossime disclosure Esg obbligatorie e solo il 56% ha detto di sapere in che modo gli impegni climatici della propria azienda influenzeranno le decisioni di allocazione del capitale.

Infine, l’ultimo tema rilevato dal sondaggio riguarda il crescente attivismo da parte degli azionisti. Emerge che i board si stanno schierando sempre più contro questo fenomeno. Il 71% degli amministratori ha affermato che il proprio cda ha intrapreso qualche tipo di azione o provvedimento nell’ultimo anno contro l’attivismo degli azionisti, rispetto al 65% del 2019. Sempre più consigli stanno rivedendo i compensi dei dirigenti, utilizzando servizi di monitoraggio delle azioni e assumendo consulenti di parte terza.

Alessia Albertin

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