L’Europa e l’Italia non stanno installando eolico a sufficienza per raggiungere i propri target climatici ed energetici. L’allarme arriva dall’Associazione nazionale energia del vento (Anev), che riporta e dà risalto alla Statistica annuale di WindEurope, l’European Wind Energy Association, e all’appello rivolto dall’associazione alla Commissione europea.
Secondo la “Statistica annuale 2021”, pubblicata oggi da WindEurope, l’Unione europea ha realizzato solo 11 GW di nuovi impianti eolici nel 2021, di cui l’81% è rappresentato da impianti onshore. Tra il 2022 e il 2026, si prevede che installerà 18 GW all’anno, di cui tre quarti sarà onshore. Questa quota supera quanto installato nel 2021, ma non è ancora sufficiente per raggiungere l’obiettivo del 40% di energia rinnovabile al 2030. Per raggiungere i target europei, sarà necessario installare almeno 30 GW annuali.
«Anche in Italia i dati sono sconfortanti. Infatti, a fronte di oltre 1,5 GW all’anno necessari per raggiungere gli obiettivi nazionali, si installa meno di un terzo della potenza necessaria», ha spiegato Simone Togni, presidente dell’Anev.
Il problema, secondo l’associazione italiana, non è nelle ambizioni governative, ma nelle procedure autorizzative, che fanno da “collo di bottiglia”. Da una parte l’Europa non sta autorizzando nuovi impianti eolici; dall’altra, quasi nessuno degli Stati membri rispetta le tempistiche degli iter autorizzativi richieste dalla Direttiva Europea sulle Energie Rinnovabili.
In una lettera alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, WindEurope illustra come la scarsità di progetti autorizzati stia avendo un impatto sui produttori di energia da fonte eolica e sui costruttori di turbine in Europa. E come l’industria eolica debba fare i conti con l’aumento dei prezzi dell’acciaio e di altre materie prime e con l’interruzione dei flussi di approvvigionamento internazionali. Nel 2021, quattro dei cinque costruttori di turbine hanno operato in perdita.
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