L’assemblea degli azionisti di Enel riunitasi a fine maggio per l’approvazione del bilancio 2014 ha dato il via libera, per la parte straordinaria, all’allentamento della clausola di onorabilità, come proposto dal consiglio di amministrazione. La modifica, passata quasi all’unanimità, sancisce che la decadenza per gli amministratori scatterà solo in presenza di una condanna, anche in primo grado, e non, come prevede lo statuto attuale, se rinviati a giudizio.
Nell’aprire i lavori dell’assemblea, la presidente Patrizia Grieco ha ricordato che il Cda ha sottoposto all’assemblea una modifica della clausola etica «subordinandone l’applicazione alla pronuncia di una sentenza di condanna, anche non definitiva (e, quindi, emessa quantomeno all’esito di un giudizio di primo grado), anziché alla pronuncia di un mero decreto che dispone il giudizio».
Grieco ha voluto sottolineare che anche con la modifica Enel è l’unica tra le società quotate a partecipazione pubblica «ad avere in statuto una clausola specifica, la cosiddetta clausola etica».
Nel riportare la notizia Reuters ricorda che il Tesoro aveva proposto l’inserimento di un’analoga clausola negli statuti di altre società con azioni quotate che risultano controllate dal ministero stesso (Eni, Finmeccanica e Terna ). La proposta è stata respinta dalle assemblee delle società.
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