Emissioni, il Tar di Parigi condanna la Francia a rimediare entro il 2022

18 Ott 2021
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La Francia non ha mantenuto i propri impegni per la lotta ai cambiamenti climatici emettendo, tra il 2015 e il 2018, 15 milioni di tonnellate di gas serra in eccesso, deve ora rimediare entro la fine del 2022 prendendo tutte le misure necessarie. Lo ha deciso il tribunale amministrativo di Parigi nella sentenza “Affaire du Siècle”, il processo del secolo, secondo quanto diffuso giovedì da Greenpeace Italia.

Questa sentenza, spiega la nota, obbliga l’attuale governo, ma anche il futuro inquilino dell’Eliseo, visto che ad aprile 2022 si eleggerà il nuovo presidente della Repubblica: ci sono 14 mesi per recuperare il ritardo accumulato in tre anni.

Il procedimento inizia nel dicembre 2018, quando le organizzazioni Notre Affaire à Tous, la Fondazione Nicolas Hulot, Greenpeace Francia e Oxfam Francia portano in tribunale lo Stato. Una prima condanna, puramente simbolica (risarcimento di un euro), arriva invece a febbraio di quest’anno.

Per le quattro organizzazioni, «d’ora in poi, il presidente che non rispetta gli impegni climatici della Francia la condannerebbe due volte: prima esponendo la sua popolazione agli impatti sempre più devastanti e costosi dei cambiamenti climatici, poi esponendola a ulteriori condanne da parte dei giudici».

Il prossimo quinquennio, conclude la nota, è quello decisivo e le prossime elezioni sono cruciali. Per rispettare i suoi impegni sul clima, lo Stato dovrebbe, ad esempio: raggiungere 700mila ristrutturazioni con standard di elevata efficienza energetica all’anno; aumentare il traffico ferroviario dal 20 al 25% rispetto al 2018; moltiplicare per quattro la superficie coltivata ad agricoltura biologica.

 

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