Il 21 dicembre l’European Fund and Asset Management Association (Efama) ha risposto alla Commissione Europea, riguardo la consultazione sulla Sfdr, cercando di mitigare i problemi di labeling degli art. 8 e 9 che hanno “afflitto” la normativa dal principio e l’hanno «portata oltre le sue intenzioni originarie, non sempre in ottica di utilità». L’Associazione suggerisce di concentrarsi sul «fornire informazioni più chiare e significative agli investitori retail per consentirgli di contribuire a questa transizione economica e tecnologica in modo più efficiente», e propone cinque soluzioni:
- Un sistema di categorizzazione dei prodotti basato sulle loro intenzioni utilizzando criteri oggettivi quali «una chiara descrizione delle intenzioni del prodotto, una spiegazione delle strategie Esg che verranno seguite e la specificazione di Kpi credibili»;
- Definire chiaramente e inserire nell’Sfdr il concetto di “transizione”, così da «incentivare gli investimenti che aiutano le imprese a passare a un modello di business più sostenibile, anziché concentrarsi solo su progetti o imprese già sostenibili»;
- Semplificare la disclosure dei prodotti con claim sostenibili attraverso un template di disclosure standard che renda più accessibili le informazioni agli investitori;
- Allineare l’Sfdr con Mifid e Idd così da renderla più comprensibile per gli investitori retail;
- Allineare il reporting lato corporate della Sfdr con la Csrd, così da «evitare inutili duplicazioni e ridurre i costi, concentrandosi sulla fornitura di informazioni realmente utili al processo decisionale».
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