come adeguare le gestioni degli istituzionali
Ecpi, 5 step per un patrimonio Esg
Come trasformare in chiave Esg la propria strategia di allocazione del patrimonio? Per gli investitori istituzionali italiani, intesi quali fondi pensione, fondazioni, casse e family office, questa oggi è una domanda piuttosto comune. Ecpi, società che dal 1997 fornisce strumenti di consulenza sui fattori environmental, social e governance, grazie alla propria attività a fianco di questi investitori, è oggi in grado di delineare uno schema di possibile risposta su come ridisegnarsi in ottica Esg.
L’obiettivo finale è quello di ripensare il proprio modello di investimento in maniera da integrare le strategie Sri (socially responsible investing) per facilitare l’ottenimento dei target di rendimento e di rischio, per giunta in maggiore coerenza con il proprio oggetto sociale (specialmente per fondi pensione e fondazioni). La scelta della strategia ottimale per l’investitore istituzionale, tuttavia, non è certo univoca. Anzi, le possibili modalità di azione sono molteplici, ancor più di quante possano essercene in un ambito di finanza tradizionale. La tavola sinottica elaborata da Ecpi (VAI ALLA TAVOLA) presenta alcuni esempi che vanno dal mandato generale e trasversale a tutti i portafogli, a mandati di esclusione, fino a mandati di engagement attraverso l’appoggio a iniziative di advocacy su specifici argomenti di sostenibilità
Ma la strategia adottata è solo l’ultimo step di una serie di passaggi quasi obbligati. Il punto di partenza, appunto, è che la generalità dei detentori di grandi patrimoni nazionali ha avviato solo di recente il percorso di avvicinamento alla finanza responsabile, prendendo atto del fatto che si tratta di una materia complessa, per la quale è necessario un profondo processo di conoscenza che deve coinvolgere l’intera governance dell’istituzione.
In base all’esperienza di Ecpi, è possibile individuare questa sequenza di cinque passaggi:
FORMAZIONE DEL CDA – Il primo passaggio è quello di introdurre il tema degli investimenti sostenibili al consiglio di amministrazione, magari passando prima attraverso un approfondimento da parte della Commissione Finanza.
ANALISI DEL PORTAFOGLIO – A seconda della composizione del portafoglio (es. Investimenti diretti in titoli o investimento in OICR o Real asset, PE) le strategie di sostenibilità possono essere diverse. L’approccio sostenibile è applicabile a tutte le asset class, ma con sfumature diverse. Per esempio, cambia notevolmente nel caso di investimenti in società quotate o private.
VERIFICA POSSIBILI STRATEGIE – Con l’aiuto di un advisor o tramite un gruppo di lavoro ad hoc interno si analizzano le varie strategie tenendo presente che la sostenibilità non è una asset class, ma un overlay da applicare a tutto il portafoglio.
IMPLEMENTAZIONE STRATEGIE – Nel caso di mandati di gestione, già nei bandi dovranno essere chiare le caratteristiche del mandato (es. uso di indici sostenibili o blacklist). Anche le convenzioni con i gestori dovranno contenere le eventuali limitazioni di investimento o procedure specifiche.
MONITORAGGIO – Ogni anno (o più frequentemente) il Cda potrà fare il punto con gestori e advisor sul funzionamento e sui risultati della strategia di sostenibilità. L’integrazione dei fattori Esg nei processi di investimento ha infatti come obiettivo primario quello di migliorare l’efficienza finanziaria dei portafogli in termini di rapporto rischio/rendimento. E su questo obiettivo deve essere fatto il monitoraggio da parte dell’investitore.
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