Donne economicamente meno svantaggiate? In Romania
In cima alla lista dei migliori Paesi in cui le donne possano vivere c’è la Romania, con un divario retributivo del 2,4% e il costo della vita per una persona al mese stimato in circa 473,96 euro. Il risultato appare sorprendente, ma emerge da uno studio presentato in estate dalla società Blacktower, che ha analizzato il divario retributivo di genere, chiamato gender pay gap, analizzandolo anche in rapporto al costo della vita.
Il costo della vita per un individuo rispetto al proprio stipendio è determinante, si legge in una nota, perché due Paesi possono avere lo stesso divario retributivo di genere, ma se uno ha un costo della vita più economico allora, in teoria, questo influenzerà meno le persone.
Blacktower ha analizzato 29 Paesi in tutta Europa per scoprire dove le donne sono più e meno colpite da questo gap, analizzando appunto anche il costo della vita. La Polonia è al secondo posto con un divario retributivo di genere del 4,5% e il costo della vita di 516,41 euro. Successivamente, abbiamo la Slovenia, con un divario inferiore rispetto alla Polonia (3,1%) ma un costo della vita mensile più costoso di € 654,88. Pur avendo un gender pay gap significativamente più elevato del 12,7%, la Bulgaria si trova in quarta posizione per il suo costo della vita che è uno dei più bassi in Europa, a 493,59 euro. A completare la top five c’è il Portogallo. Mentre il gap qui è abbastanza alto all’11,4%, è controbilanciato da un costo della vita relativamente basso (€ 538,71).
Ci sono anche altri Paesi in cui il divario è significativamente inferiore, ma il costo della vita più elevato significa che si aggiudicano i posti più bassi nella classifica. Ad esempio, in Lussemburgo il gap è quasi inesistente allo 0,7%, ma il costo della vita raggiunge un esoso € 966, il che posiziona la nazione al 15esimo posto.
L’Italia si colloca al sesto posto. Il bel paese ha il quarto gender pay gap più basso in generale al 4,2%, ma un costo della vita meno accessibile a € 755,38 al mese. Tuttavia, con un tasso di disoccupazione dell’8.1% secondo i più recenti dati Istat e un 42,6% di mamme tra i 25 e i 54 anni non occupate, l’Italia dimostra di avere ancora molta strada da fare per arrivare alla parità di genere.
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