La Spagna mette la freccia sulle dichiarazioni non finanziarie. Nei giorni scorsi, il Congresso di Madrid ha approvato a larga maggioranza il progetto di legge di modifica del Codice di Commercio, della Legge sulle società di capitale e della Legge sulla revisione dei conti, per adeguarlo alla Direttiva europea 2014/95 sulle informazioni non finanziarie e la diversità (Dnf). Ora il testo è in Senato, dove non ci si aspettano sorprese per l’approvazione finale.
In attesa della pubblicazione del documento finale nella Gazzetta Ufficiale di Stato, «le informazioni che sono emerse sul testo – ha commentato Jerusalem Hernández, di Kpmg Spagna – hanno introdotto alcuni sviluppi degni di nota. Gli emendamenti presentati dai gruppi parlamentari in questi mesi, che hanno richiesto con forza maggiore trasparenza e affidabilità alle società, hanno reso la legge spagnola una delle trasposizioni più impegnative della direttiva europea».
Uno degli aspetti più importanti che è stato modificato è quello riferito alle organizzazioni interessate dalla legge. Il precedente testo si riferiva a soggetti di interesse pubblico, il cui numero medio di lavoratori nell’anno superava i 500 e poteva essere classificato come grande impresa. Il nuovo testo, invece, stabilisce che tutte le società con oltre 250 dipendenti, senza eccezioni, dovranno divulgare informazioni sulla loro performance non finanziaria. Il periodo di adattamento per queste ultime è di tre anni. Per quelle oltre i 500 dipendenti l’obbligo è già scattato il primo gennaio 2018, data in cui la direttiva è entrata in vigore.
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