Dal Parlamento Ue una mozione per stoppare Esrs (e Csrd)
Dal Parlamento europea arriva un missile sulla Csrd. Un gruppo di una quarantina di parlamentari, secondo Reuters principalmente in rappresentanza del più grande partito a Strasburgo, il Ppe, ha presentato mercoledì 11 ottobre una “Motion for resolution” che andrà in aula il 18 ottobre. Oggetto della mozione, il blocco del regolamento delegato con cui la Commissione ha adottato gli European Sustainability Reporting Standard (Esrs), ovvero i meccanismi di rendicontazione obbligatori su cui poggia l’entrata in vigore, a inizio 2024, della Corporate sustainability reporting directive (scarica la mozione).
«I legislatori di centro-destra – commenta sempre Reuters – si stanno opponendo all’agenda verde dell’Ue, facendo eco alla battaglia dei repubblicani negli Stati Uniti. Ma trovare una maggioranza in parlamento per respingere le norme Esrs sarà una sfida».
A prescindere dal risultato del voto, si tratta comunque di un colpo inatteso e molto significativo sul piano delle convinzioni europee in campo Esg.
Le motivazioni fanno leva sulla complessità e sugli oneri che la Csrd implica.
Il Parlamento «incarica il suo Presidente – si legge nella mozione – di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e di notificarle che il regolamento delegato non può entrare in vigore».
Questo perché «ritiene che il regolamento delegato della Commissione
- (a) introduca un elevato onere amministrativo per le aziende a causa dell’elevata complessità degli standard di rendicontazione della sostenibilità, chiarisca che la maggior parte degli standard ESRS non è in grado di fornire indicatori chiave di prestazione (KPI) utilizzabili e quindi non serve all’obiettivo della Commissione di creare standard misurabili e comparabili, soprattutto tra le aziende, che aggiungano valore ai fornitori di dati e agli utenti dei dati che gestiscono la doppia transizione;
- (b) richiede risorse significative da parte delle imprese, il che rappresenta un onere soprattutto per le imprese più piccole, in quanto gli standard di rendicontazione della sostenibilità sono complessi e di elevata quantità;
- (c) mette a rischio l’intenzione della Commissione di ridurre del 25% la burocrazia e gli obblighi di rendicontazione alla luce delle questioni di competitività intra-Ue ed extra-Ue».
La mozione invita poi la Commissione a presentare un nuovo atto delegato che tenga conto di una serie di raccomandazioni orientate a semplificare la rendicontazione e a renderla meno onerosa per le aziende.
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