tema proposto nella consultazione su nuovo Action Plan

La Bce lancia la sfida: serve un database Esg unico

15 Giu 2020
Editoriali Companies & CSR Commenta Invia ad un amico
La Commissione Ue ha posto l'interrogativo sull'utilità di un "punto d'accesso unitario". Francoforte ha risposto «grande contributo». Significa che le tesi di IGI 2020 sono già nelle carte del regolatore

La Commissione europea ha lanciato la sfida. E la Banca centrale europea l’ha sottoscritta e fatta propria. Le maggiori autorità europee si allineano alla prospettiva di una Esg Digital Governance di sistema. Ovvero, si allineano al concetto che la gestione delle informazioni environmental, social e governance non solo necessiti di un upgrade digitale. Ma anche che questo percorso porti alla creazione di un hub accessibile a tutti i soggetti del sistema, dove siano depositate e consultabili le informazioni Esg originarie, ossia non mediate da analisti e advisor.

UNA FRONTIERA COMPLESSA

La frontiera della Esg Digital Governance sta caratterizzando la ricerca e le iniziative di ETicaNews nel 2020, a cominciare dall’area di indagine straordinaria di Integrated Governance Index (i cui risultati sono in elaborazione in questa settimana, e saranno diffusi alla ESG Business Conference del prossimo 14 luglio).  Il presupposto per avviare questo filone di ricerca è la prospettiva di un profondo cambiamento nelle dinamiche di conoscenza. Il sistema delle interazioni e delle informazioni sulla sostenibilità oggi sconta la grande complessità di individuazione, raccolta e gestione dei dati originari, ovvero dei valori unitari di ogni singola particella Esg. Per questo, il sistema finisce per essere fortemente sbilanciato, con una predominanza degli advisor (in primo luogo i provider di analisi, indici e rating Esg, i soli in grado di raccogliere dati “sul campo”) nel controllo del patrimonio informativo (vedi immagine sotto: uno schema semplificato).

UN CAMBIAMENTO NECESSARIO

Il progressivo affermarsi di un modello economico-finanziario improntato sulla sostenibilità, tuttavia, imporrà un progressivo riallineamento tra finanza ed economia reale, processo che a sua volta imporrà una conoscenza diretta dei fattori Esg (la particella Esg) di gran lunga maggiore a quella odierna, da parte di tutti i protagonisti del sistema (vedi immagine integrata sotto). E una tale prospettiva richiederà, come detto in principio, due step cruciali: 1) una solida applicazione digitale al mondo dell’informazione Esg, attraverso l’implementazione di piattaforme integrate come quella di ESGeo (partner tecnico di IGI 2020); 2) un hub di aggregazione delle informazioni, accessibile da chiunque sia interessato alle informazioni di base Esg generate dai soggetti del sistema (principalmente, le aziende).

LA SFIDA DI BRUXELLES

Su questo fronte, la Commissione europea ha lanciato la sfida lo scorso 8 aprile, con la Consultation on the renewed sustainable finance strategy (in chiusura il 15 luglio), intesa come passaggio di avvio, per il nuovo Esecutivo di Bruxelles, del programma di prosecuzione dell’Action Plan. Ebbene, il passaggio chiave è a pagina 11 del documento, al punto 14, dove viene posta la domanda: «Secondo la tua opinione, l’Ue dovrebbe attivarsi per supportare lo sviluppo di un ambiente di raccolta dati che sia comune, accessibile al pubblico e gratuito, dedicato alle informazioni Esg delle imprese, incluse quelle della Dichiarazione non finanziaria?»

LA RISPOSTA DI FRANCOFORTE

A questo passaggio, già notevole in termini di spinta culturale, ha fatto seguito la presa di posizione di quello che è forse lo stakeholder di maggior peso nel Continente: la Banca centrale europea di Francoforte. Nel suo documento di risposta alla consultazione di Bruxelles, pubblicato la scorsa settimana, la Bce scrive (a pagina 11) che «un singolo punto di accesso per le informazioni corporate, inclusi i dati non financial, sarebbe un grande contributo per incrementare la trasparenza, nonché la comparabilità e la usabilità dei dati», aggiungendo che un tale database sarebbe una leva per valorizzare le informazioni stesse. La Bce riflette anche sull’utilità delle precedenti esperienze di database comuni, ricordando gli ostacoli, ma auspicando anche una completa revisione del modello di gestione dei dati «financial e non financial», nell’ottica di completa e pubblica condivisione.

Insomma, la Esg Digital Governance è una frontiera di ricerca di IGI. Ma è già nelle carte del regolatore europeo.

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