Crescono le donne alla guida in azienda. Italia nelle retrovie
Nel 2022, le donne detengono il 32% delle posizioni aziendali di comando, 2 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente, nonostante il protrarsi della pandemia abbia rallentato le economie di tutto il mondo. Sono le indicazioni che arrivano dal Rapporto annuale Women in Business curato dal network di consulenza internazionale Grant Thornton.
Tutte le macroaree a livello globale hanno superato la soglia del 30% di donne che detengono ruoli dirigenziali inclusa l’Apac, che era stata l’unica regione a non raggiungere questo traguardo nel 2021.
A livello geografico, è il Sud Africa a registrare il dato più alto con il 42% delle aziende con donne ai vertici, seguito dalla Turchia e dalla Malesia, entrambe con il 40 per cento. Mentre, dando uno sguardo ai settori, il primo classificato è quello dell’healthcare con il 39%, seguito dai settori del turismo e dell’estrazione, entrambi con il 37%, mentre gli “ultimi” classificati sono risultati il settore manifatturiero e quello dei trasporti con solo 28% e il 29% di donne in posizioni di leadership.
La ricerca di Grant Thornton, rispetto allo scorso anno, registra una decrescita a livello globale del numero di ceo donne (-2%, ora al 24%), mentre presenta un lieve aumento per quello di cfo donne (+1%, ora al 37%) e di coo donne (+2%, ora al 24%) così come la percentuale di donne nei ruoli senior più tradizionali passando da 31% nel 2021 a 32% nel 2022.
Per quanto riguarda la situazione in Italia, le posizioni di ceo occupate dalle donne nel 2022, seppur di poco, sono aumentate rispetto all’anno precedente con il 20% di donne ai vertici aziendali (erano il 18% nel 2021) e il 30% nei ruoli nel senior management (29% nel 2021). Sempre nel nostro Paese, le donne che detengono posizioni di leadership rappresentano oggi il 30% (+1% rispetto al 2021). Nonostante il punto percentuale in più, il nostro Paese rimane in fondo alle 30 economie mondiali analizzate su questo fattore. Allo stesso tempo, risulta in calo la percentuale di aziende senza presenze femminili nel senior management che attualmente si assesta al 12% rispetto al 23% dello scorso anno portando così l’Italia in linea con gli altri Paesi europei.
La ricerca mostra che il 95% dei leader aziendali del Mid Market sta prendendo provvedimenti per creare una cultura più inclusiva e oltre il 70% delle aziende sta lavorando per creare un ambiente più incisivo per attrarre e trattenere i talenti femminili promuovendo l’equilibrio tra lavoro e vita privata e/o flessibilità per i dipendenti (47%, 2 punti in più rispetto al 2021), introdurre nuove pratiche di lavoro per coinvolgere in modo più ampio tutte le figure professionali, incluso il lavoro virtuale e flessibile (44%, 7 punti in più rispetto al 2021) e creare un ambiente di lavoro in cui tutti i colleghi possano condividere idee, problemi e domande (44%, 1 punto in più rispetto all’anno precedente).
A livello globale, il 73% delle imprese intervistate ritiene che le nuove pratiche lavorative a seguito del Covid (in particolare lo smart working e l’utilizzo più ampio delle nuove tecnologie) andranno a beneficio delle traiettorie di carriera delle donne a lungo termine con un aumento del +4% rispetto al dato del 2021.
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