Greenpeace: Ue «complice della devastazione»
Consultazione Ue per salvare le foreste
La Commissione europea scende in campo a fronte dell’avanzata della deforestazione globale. Il 3 settembre, Bruxelles ha aperto una procedura di consultazione pubblica intitolata “Deforestation and forest degradation – reducing the impact of products placed on the EU market”. L’obiettivo della consultazione, cui si può partecipare fino al 10 dicembre, è di raccogliere le opinioni delle parti interessate su potenziali misure aggiuntive a livello dell’Unione.
Una mossa a livello comunitario sottoscritta (e stimolata) anche da Greenpeace. Secondo una nota diffusa lunedì scorso dall’associazione ambientalista, la domanda e il consumo europeo di prodotti legati alla deforestazione e al degrado forestale renderebbero l’Ue «complice» della «devastazione» costituita dalla deforestazione. Greenpeace sostiene che la mobilitazione in difesa delle foreste, insieme a una maggiore sensibilità dei cittadini sull’importanza di ridurre il consumo di carne e latticini, ha spinto l’Ue ad affrontare il tema degli impatti della produzione di cibo e altre materie prime di uso comune, sulle foreste del pianeta.
La consultazione pubblica
Sulla pagina della consultazione, l’esecutivo europeo riconosce che, finora, l’Ue ha disposto misure normative per affrontare singolarmente alcuni fattori della deforestazione, ma mancano azioni contro la deforestazione nel suo insieme. Inoltre, la Commissione sottolinea che tra le cinque aree prioritarie individuate nella “Communication on Stepping up EU Action to Protect and Restore the World’s Forests”, adottata a luglio 2019, la prima miri proprio a ridurre l’impronta sulla terra dei consumi europei e a incoraggiare il consumo di prodotti provenienti da filiere prive di deforestazione nell’Unione.
«Nell’ambito di questa area prioritaria – si legge sul sito della consultazione – la Commissione europea si è impegnata a valutare ulteriori misure sul lato della domanda (regolamentari e non) per aumentare la trasparenza della catena di approvvigionamento e ridurre al minimo il rischio di deforestazione e degrado forestale associato alle importazioni di materie prime nell’Ue». Un impegno ribadito anche dal Green Deal europeo, nella strategia europea sulla biodiversità e nella strategia Farm to Fork.
L’appello di Greenpeace
Come anticipato, tra le organizzazioni che hanno risposto all’iniziativa, Greenpeace sul suo sito invita i cittadini europei a partecipare alla consultazione pubblica per chiedere una legge che impedisca la circolazione nell’Ue di qualsiasi tipo di prodotto legato alla deforestazione, al degrado delle foreste, alla distruzione di altri ecosistemi e alle violazioni dei diritti umani. «A livello globale, l’Ue è responsabile di oltre il 10% della distruzione delle foreste attraverso il consumo di prodotti quali carne, latticini, soia destinata alla mangimistica, olio di palma, caffè e cacao», si legge sul sito della ong canadese.
L’associazione, insieme a un gruppo di oltre 100 organizzazioni italiane e internazionali, tra cui Wwf, Lipu-BirdLife, Legambiente e Istituto Oikos, promuove la campagna #Together4Forests. Insieme hanno predisposto un questionario pre-compilato da inviare automaticamente alla Commissione in risposta alla consultazione pubblica. Al momento della pubblicazione, le adesioni raccolte da questa iniziativa superavano quota 73mila.
Il monitoraggio satellitare
Non solo istituzioni e associazioni ambientaliste. Anche le società finanziarie si muovono per contrastare il problema della deforestazione. È di poche settimane fa la notizia del programma di engagement lanciato il 16 settembre dal gestore patrimoniale Actiam, che prevede il supporto di immagini satellitari per contribuire alla diffusione di catene di fornitura deforestation-free (vedi la news Un gestore contro la deforestazione. Grazie ai satelliti).
L’iniziativa permetterà agli investitori di ottenere una maggiore trasparenza sulla supply chain delle aziende in cui investono. L’uso della tecnologia satellitare, infatti, può essere utilizzata per mettere in luce se e dove si verifica la deforestazione nella catena di approvvigionamento delle aziende, e quali azioni concrete gli investitori intraprendono per prevenirla.
Alessia Albertin
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