X edizione della ricerca realizzata per salone.SRI
Anasf: i gap sugli Esg di consulenti e clienti
La complessità Esg si trasferisce a livello retail, dove, nonostante la minor euforia, resta elevato l’interesse per i prodotti, e si accende anche l’interesse verso chi quei prodotti li costruisce o distribuisce. Tuttavia, l’insieme dei fenomeni sembra scontare il confronto con le difficoltà implicite dell’analisi dei fattori environmental, social e governance. Il mercato ammette di non aver compreso le etichette art. 8 e art 9, mentre i consulenti si accorgono di non avere conoscenze così approfondite, e che l’informazione sugli Esg è spesso da prendere con le molle. In generale, c’è il classico entusiasmo iniziale sull’idea di conoscere l’identità Esg dei gestori, ma è chiaro che si tratta di una frontiera ancora largamente non compresa.
Questi risultati giungono dalla decima edizione della survey sviluppata da ET.Group assieme ad Anasf sulla loro base consulenti che da quest’anno cambia nome e diventa “L’evoluzione Esg consulente-cliente” proprio per evidenziare come gli Esg stanno cambiando l’approccio sia dell’investitore finale sia dell’advisor.
La survey è stata condotta tra il 10 e il 22 ottobre e ha raccolto un totale di 113 risposte.
Questi aspetti saranno approfonditi al prossimo salone.SRI (registrati qui per partecipare) in programma il 19 novembre in Borsa Italiana durante la conferenza Consulenti e mercato retail, la frontiera Esg che vedrà la partecipazione di Enzo Ruini, Sales Manager Strategico per la Sostenibilità di Banca Generali, Dario Mangilli, Head of Sustainability e membro del Comitato di Sostenibilità di IMPact SGR e Elena Bargossi, Co-Head of Wealth di Schroders Italy.
CLIENTI CONSAPEVOLI
La ricerca evidenzia che c’è ancora molto interesse da parte della clientela per prodotti Esg, tanto che un consulente su tre (il 33%) indica che l’interesse dei clienti è aumentato. Tuttavia, si tratta del valore più basso registrato negli ultimi anni, a conferma che i prodotti Sri escono dalla fase di euforia degli scorsi anni, a favore di un quadro di crescita più consistente e consapevole.
Secondo i risultati dell’indagine, il cliente sceglie di investire in prodotti che integrano un modello di valutazione Esg perché rappresentano al contempo sia un’opportunità di maggior guadagno sia uno strumento di contenimento del rischio (lo dichiara il 63% dei consulenti rispondenti).
I consulenti rilevano che i prodotti Esg vengono percepiti dai clienti come asset già sostenibili sul piano ambientale e sociale (42% dei rispondenti), tuttavia il 35% dei consulenti dichiara che i clienti investono in ottica di transizione, ossia investono in prodotti Esg i cui asset sottostanti non necessariamente sono già sostenibili, ma sono impegnati in una trasformazione in senso sostenibile.
Infine, lato cliente, la scelta di prodotti Esg non è stata influenzata dalla classificazione in articolo 8 o 9 Sfdr, anzi nel corso degli anni è aumentata la quota dei consulenti secondo i quali tale classificazione ha generato maggiori dubbi nel cliente (3% nel 2022, 4% nel 2023 e 8% nel 2024).
CONSULENTI CONSAPEVOLI
Nonostante la maggior parte dei consulenti dichiari una buona conoscenza della finanza Esg (61%), un dato che balza all’occhio è che, per la prima volta negli ultimi cinque anni, diminuisce la quota di consulenti che ritiene la conoscenza del prodotto Esg ottima (passa dal 20% al 17%) con contestuale aumento di chi la ritiene sufficiente (da 16 a 19%) o insufficiente (da 3% a 4%).
Questi dati, tuttavia, testimoniano una presa di coscienza da parte del consulente sull’accresciuta complessità delle innumerevoli variabili Esg di un prodotto. Non stupisce quindi che nella survey di quest’anno si sia registrato un calo anche lato formazione (scende dal 16% al 12% chi la ritiene ottima e aumenta al 50% chi la ritiene migliorabile) e informazione (scende all’8% la quota di chi la ritiene ottima e aumenta la 58% chi la ritiene migliorabile).
FRONTIERA ESG IDENTITY
Diventa sempre più centrale il tema della Esg Identity: il cliente si è evoluto, non conta solo il prodotto in cui investe ma guarda anche al profilo Esg del gestore e lo fa per verificare la coerenza tra il prodotto e chi questo prodotto lo emette.
La maggior parte dei consulenti dichiara di avere una buona (56%) o ottima (13%) conoscenza dell’identità Esg del gestore, e la maggior parte dei rispondenti (83%) ritiene di essere in grado di valutare il livello Esg delle Sgr, soprattutto attraverso sistemi di valutazione dell’identità Esg dei gestori adottati dalle reti o attraverso informazioni generali messe a disposizione dalla rete stessa.
In termini di richieste alla rete, predomina la richiesta di formazione/informazione sui prodotti e in seconda battuta sui gestori.
Noemi Primini
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