Consob: il dato Esg guida i clienti, ma anche i consulenti

25 Giu 2024
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Tra i fattori che potrebbero incoraggiare gli investimenti sostenibili, quello più indicato dagli investitori riguarda la disponibilità di informazioni attendibili in merito all’effettivo conseguimento degli obiettivi ambientali e sociali legati ai prodotti; tale elemento è segnalato anche dai consulenti come principale driver sia dell’interesse da parte dei clienti sia della propria propensione a consigliare tale tipo di investimenti.

Queste considerazione emergono dal Rapporto 2024 sulla relazione consulente-cliente curato da Paola Soccorso (Consob) e Massimo Caratelli (Università degli Studi Roma Tre) che ha approfondito, tra gli altri aspetti, anche la conoscenza e la diffusione di investimenti sostenibili e i driver che possono promuovere la diffusione di tali opzioni di investimento.

L’analisi si basa su un questionario somministrato a due campioni paralleli, costituiti rispettivamente da consulenti finanziari e da loro clienti/investitori.

PREFERENZE ESG DEI CLIENTI E ALLOCAZIONE DI PORTAFOGLIO

Nella diffusione degli investimenti sostenibili i professionisti che hanno partecipato all’indagine giocano un ruolo chiave e interagiscono con il cliente con crescente consapevolezza. Rispetto alle precedenti edizioni dell’indagine, infatti, appare più diffusa l’attenzione dedicata alla rilevazione delle preferenze Esg dei clienti, considerata come un’opportunità di dialogare con gli investitori e sensibilizzarli sui temi della sostenibilità.

Oltre alle preferenze Esg, è fondamentale rilevare adeguatamente anche la percentuale del portafoglio che l’investitore vorrebbe eventualmente impiegare in prodotti finanziari sostenibili. Al pronunciato interesse verso tali investimenti, manifestato dagli investitori intervistati, si associa un’elevata disponibilità a destinare parti consistenti delle proprie disponibilità a prodotti che soddisfino i criteri Esg. Solo il 18% dei clienti dichiara che normalmente allocherebbe in investimenti sostenibili una quota circoscritta della propria ricchezza finanziaria, non eccedente il 20%; oltre il 40% degli investitori dichiara, invece, che destinerebbe a tale tipologia di prodotti una quota compresa tra il 20 e il 40%; un ulteriore 41% di investitori propenderebbe per una percentuale ben più ampia del proprio portafoglio (tra il 40% e il 100%).

Le evidenze raccolte mettono tuttavia in luce un ampio scostamento tra “percepito” dai professionisti e “dichiarato” dagli investitori in relazione alla proposta di investimenti sostenibili: il 47% dei clienti afferma di aver ricevuto proposte su opzioni di investimento sostenibili dal professionista di riferimento, a fronte del 69% indicato dai consulenti.

I DRIVER DELL’INVESTIMENTO SOSTENIBILE

L’indagine evidenzia l’importanza per i consulenti di assecondare la sensibilità dei propri clienti rispetto ai temi della sostenibilità, fornendo una chiara e comprensibile illustrazione della gamma di prodotti offerti, e di supportarli nell’acquisire informazioni in merito all’effettivo conseguimento degli obiettivi Esg legati ai singoli prodotti/emittenti.

Come anticipato, tra i fattori che incoraggiano l’investimento sostenibile vi è sicuramente la disponibilità di informazioni attendibili in merito al raggiungimento degli obiettivi Esg legati ai prodotti. Tra i fattori più rilevanti per i clienti seguono le prospettive di performance, mentre i consulenti sono propensi a ritenere che i clienti assegnino più peso alla sensibilità personale verso i fattori Esg; i professionisti sembrano, al contempo, sottostimare l’importanza che gli investitori riconoscono all’affidabilità dell’intermediario distributore e all’articolazione della gamma d’offerta sostenibile.

FONTI INFORMATIVE SUGLI INVESTIMENTI SOSTENIBILI

Il consulente finanziario resta il punto di riferimento principale in fase di acquisizione di informazioni utili sugli investimenti sostenibili. A seguire i clienti dichiarano che preferirebbero ricevere informazioni tramite altre fonti considerate affidabili (ad esempio documenti informativi di prodotti, brochure e materiale promozionale o sito dell’intermediario finanziario). I professionisti sembrano però sovrastimare l’affidamento dei propri clienti a mezzi di informazione generalisti (radio/TV/giornali), social media (quali Youtube, Twitter) e financial community.

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