Confindustria indica “le tre carte sostenibili dell’Italia”
“Le sostenibili carte dell’Italia” è il titolo del convegno biennale del Centro studi di Confindustria (Csc), che si è tenuto a Verona, il 15 febbraio, per introdurre le Assise generali in corso questi giorni. Il convegno, si legge sulla newsletter di Febaf, ha avuto a oggetto la sostenibilità, intesa non solo come scelta valoriale, ma anche come opportunità di business capace di attrarre finanziamenti ed essere motore di sviluppo.
Basti pensare, si legge nella newsletter, alle oltre 2400 cosiddette “B Corp”, imprese che volontariamente rispettano i più alti standard di scopo, responsabilità e trasparenza (di cui 54 sono in Italia, prima in Europa) che operano in oltre 50 paesi e 130 settori. O anche alla crescita costante degli investimenti finanziari sostenibili. Inoltre, nei mercati maturi, la sostenibilità può dare un significativo impulso alle economie.
In questa partita, prosegue Febaf in merito al convegno del Csc, l’Italia ha tre importanti carte da giocare: il territorio inteso come paesaggio e deposito di saperi e competenze; l’imprenditoria come miccia dello sviluppo (in Italia 1 lavoratore su 5 è indipendente); il patrimonio culturale, attrazione turistica, nonché positivamente legato a creatività ed innovazione.
Infine, sulla scorta di sondaggi tra gli italiani sulle loro opinioni in merito a priorità e gestione della sostenibilità, il Centro studi ha suggerito alcune raccomandazioni per la politica, le associazioni e le imprese. La prima, oltre a puntare convintamente agli obiettivi dell’Agenda 2030, dovrebbe valorizzare arte, cultura, turismo e paesaggio; le associazioni dovrebbero sensibilizzare gli associati, formare e informare; le imprese sono chiamate a riconoscere nel beneficio per gli stakeholder un proprio vantaggio di lungo periodo, ad innovare i modelli di business cavalcando le grandi onde della trasformazione in corso (dalla digitalizzazione al networking).
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