Confcommercio ri-calcola il “Pil equilibrato” con le esternalità sociali
L’Ufficio Studi di Confcommercio ha lanciato il “Pil equilibrato”. Si tratta di uno strumento che, sulla scia del Bes, propone un’analisi per una crescita che pesi il portafoglio, ma anche la qualità della vita. All’indice tradizionale (quello del Pil) sono sottratte tre esternalità negative, ovvero tre “fattori di penalizzazione”: inquinamento, povertà, incidenti su strada e lavoro. Il trend su sei Paesi, considerando un decennio, fino al 2014, mostra una dinamica per il “Pil equilibrato” migliore di quella del Pil classico.
Nel 2014, nei sei Paesi europei Italia, Francia, Germania, Olanda, Spagna e Regno Unito, il pil pro capite è stato pari in media a 31.964 euro. Ma se da questo dato venissero dedotti il costo delle emissioni di Co2, delle vite umane perse per incidenti stradali e sul luogo di lavoro e della povertà assoluta, il risultato sarebbe una diminuzione media di 581 euro.
«Sono soldi – scrive Confcommercio – che non hanno costituito vera e propria produzione di ricchezza, ma una disutilità dovuta al maggior inquinamento, alla creazione di nuova povertà assoluta e alla mortalità».
Per l’Italia la diminuzione calcolata dall’associazione è stata pari a 523 euro, quasi in linea con quello complessivo. Molto più alti i dati della Germania, 744 euro, e dell’Olanda, 703 euro. Il più basso è quello spagnolo (467 euro), simile al nostro quello francese (541 euro) e quello del Regno Unito (508 euro). Il costo di questi fattori di penalizzazione in Italia ha impattato nel 2014 per il 2% del totale del Pil, con un costo complessivo di 31,8 miliardi di euro pari, ad esempio, a una manovra finanziaria. Il Paese nel quale la percentuale è stata più bassa è il Regno Unito, con l’1,5% per 32,7 miliardi. I due con i dati più alti sono stati Spagna e Germania (2,1% per 21,7 e 60,1 miliardi rispettivamente). Complessivamente nelle sei nazioni, l’ammontare di risorse monetarie da dedurre dal Pil per compensare queste esternalità prodotte è stato di 193,7 miliardi, pari all’1,8 per cento.
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