Comuni, chi fa più raccolta differenziata spende di meno
«A livello di capoluoghi, quelli che spendono di meno, in termini di rifiuti, sono quelli che hanno una quota maggiore di raccolta differenziata. Questa dinamica è più evidente per i comuni del centro-nord». Lo scrive una nota di Openpolis sui sistemi di raccolta e gestione dei rifiuti urbani.
«Tutte le attività – si legge – relative al recupero, ritiro e smaltimento degli scarti sono gestite direttamente dai comuni, gli enti più vicini alla vita quotidiana della popolazione, e contabilizzate all’interno dei bilanci in una voce dedicata. Oltre ai processi della differenziata e dell’indifferenziato, le amministrazioni sono tenute anche a garantire la pulizia delle aree pubbliche e i canoni di servizio con le aziende per i servizi di igiene ambientale».
I comuni italiani si ritrovano a fronteggiare una spesa media pari a 151,95 euro pro capite. «Le amministrazioni che spendono di più – aggiunge la nota – sono quelle liguri (251,76) seguite da quelle toscane (249,32) e quelle valdostane (247,32). Al contrario, riportano uscite minori i comuni della provincia autonoma di Bolzano (101,89 euro pro capite), del Veneto (69,81) e della provincia autonoma di Trento (51,91)».
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