Le banche globali non si sarebbero dimostrate all’altezza delle sfide imposte dal cambiamento climatico. Nonostante molti istituti finanziari abbiano sottoscritto iniziative influenti che promuovono la trasparenza e la finanza verde, l’industria nel suo complesso ha serie difficoltà a tagliare i fondi disponibili nel business dei combustibili fossili. Come anticipato dalla rassegna stampa di ETicaNews (vedi L’occhio sostenibile della settimana/ 197), a segnalare queste criticità è un report del Boston Common Asset Management (Bcam), che ha esaminato 58 dei maggiori finanziatori mondiali e ha scoperto che il 69% delle banche intervistate ha approvato le linee guida della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (Tcfd), il 71% ha avviato delle riforme sulla disclosure della governance in linea con il Tcfd, mentre un 78% ha condotto valutazioni del rischio climatico; ma questi strumenti non hanno avuto un impatto sul processo decisionale. Il rapporto sostiene che circa il 40% delle banche non sta sviluppando nuovi finanziamenti o restrizioni agli investimenti come risultato di tali misure, ed emergono solo “progressi superficiali”, mentre prosegue il finanziamento dei combustibili fossili. Lo studio Bcam, invita perciò i grandi finanziatori ad adottare strategie più chiare per la decarbonizzazione del loro business.
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