ESG.litigation - I massimi giudici Usa "non ascoltano"

Clima, Repubblicani respinti in Corte Suprema

14 Mar 2025
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ET.litigation propone ogni settimana un esempio particolarmente interessante di contenzioso legato agli Esg, ossia le "Esg litigation". In questa rubrica troverete anche gli aggiornamenti dei casi più importanti, magari accompagnati da contributi legali. Selezionati per chi vuole approfondire questo nuovo fronte

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto una causa guidata dagli Stati repubblicani per impedire agli Stati di citare in giudizio le compagnie petrolifere per il loro ruolo nel riscaldamento globale.

Il caso. Nel 2024 un gruppo di 19 procuratori generali repubblicani ha presentato una petizione direttamente alla Corte Suprema, chiedendo di impedire a cinque Stati a guida democratica di perseguire cause legali contro l’industria petrolifera  per danni finanziari legati ai cambiamenti climatici.

I querelati sono, nello specifico, California, Connecticut, Minnesota, New Jersey e Rhode Island, che negli ultimi anni hanno citato in giudizio le principali compagnie di combustibili fossili, come Exxon Mobil, Chevron, ConocoPhillips, Shell e Bp, con l’accusa di aver ingannato il pubblico per decenni sugli effetti delle loro emissioni di gas serra e sul ruolo svolto dai combustibili fossili nel causare il cambiamento climatico.

Alla causa, guidata dal procuratore generale dell’Alabama Steve Marshall, si sono uniti gli omologhi di Alaska, Florida, Georgia, Idaho, Iowa, Kansas, Mississippi, Missouri, Montana, Nebraska, New Hampshire, North Dakota, Oklahoma, South Carolina, South Dakota, Utah, West Virginia e Wyoming.

I querelanti hanno argomentato che i casi portati avanti dagli Stati democratici sono incostituzionali e potrebbero influenzare il commercio interstatale. Inoltre, la petizione sostiene che, attraverso le cause, gli Stati stavano cercando di regolare in modo illegale le emissioni globali e il sistema energetico degli Stati Uniti, superando così i limiti della loro autorità poiché il potere di regolamentare su queste materie è di competenza del governo federale.

Si tratta di un caso piuttosto insolito perché chiedeva alla Corte Suprema di intervenire prima che le rivendicazioni degli Stati fossero state affrontate dai tribunali statali competenti. Tuttavia, anche se in genere ascolta solo i ricorsi, la Corte Suprema ha l’autorità, sancita dalla Costituzione, di ascoltare le cause tra Stati.

La sentenza. Il 10 marzo 2025, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto il caso presentato dai procuratori generali statali repubblicani, rifiutando di ascoltarlo. Dopo questo rigetto, i casi degli Stati democratici contro le Big Oil saranno liberi di procedere.

Nei mesi scorsi, la Corte Suprema, che ha una maggioranza conservatrice di 6 a 3, ha respinto anche diversi tentativi da parte delle stesse compagnie petrolifere di bloccare le litigation climatiche mosse contro di loro dai governi statali e locali o di trasferirle alla Corte federale.

Quest’ultima decisione conferma quindi che, almeno per ora, i giudici supremi non hanno intenzioni di intervenire in questo tipo di controversie climatiche.

Alessia Albertin

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