Anche Blackrock contro l'obbligo di disclosure

Clima, le corporate Usa bocciano la Sec

29 Giu 2022
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In risposta alla richiesta di feedback pubblico della Sec sulla sua proposta sulla disclosure climatica, i più grandi gruppi di corporate lobby americani e BlackRock si hanno criticato il piano che obbligherebbe le società quotate in Borsa a monitorare e divulgare le loro emissioni di gas serra e i rischi climatici

Piovono i “no” alla proposta della Securities and Exchange Commission (Sec) di rendere la disclosure climatica obbligatoria per le società quotate. Dopo aver pubblicato la bozza “Enhancement and Standardization of Climate-Related Disclosures for Investors” lo scorso marzo, il regolatore ha aperto un periodo di feedback pubblico fino al 17 giugno. All’Authority sono stati inviati migliaia di commenti che bocciano il piano che obbligherebbe le aziende a divulgare le emissioni di carbonio e i rischi del cambiamento climatico. A criticare la norma e a chiederne la revisione, sono i maggiori gruppi di corporate lobby americani, come Business Roundtable, la Us Chamber of Commerce, il Bank Policy Institute, la National Association of Manufacturers e l’American Petroleum Institute. Anche Blackrock, più grande gestore patrimoniale al mondo, si è schierato contro la proposta nella sua lettera di commento e in un white paper pubblicato sul suo sito. La portata delle opposizioni mette in luce la pressione a cui è sottoposta la Sec per ridimensionare almeno in parte la sua agenda sul clima.

Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 303 “Disclosure climatica, le lobby aziendali si oppongono alla Sec” e “Anche BlackRock contesta la proposta della Sec”), i gruppi di lobby sostengono che il requisito di aggiungere informazioni sulle emissioni ai bilanci sottoposti a revisione è impraticabile per le imprese, e chiedono alla Sec di ammorbidire la regola. Diverse aziende chiedono anche che la disclosure delle emissioni Scope 3 rimanga volontaria. Nella lettera inviata alla Sec, Blackrock invita il regolatore statunitense a rivedere alcuni punti chiave della sua proposta. La società di investimento scrive di sostenere l’obiettivo di far divulgare alle società pubbliche le informazioni affidabili, comparabili e coerenti relative al clima agli investitori, ma che l’approccio dell’Authority rischia di aumentare i costi di compliance per le aziende e di provocare l’effetto opposto di quello che si vuole ottenere, rendendo più difficile per gli investitori discernere quali sono le informazioni significative su una società.

LA RISPOSTA DEL MONDO CORPORATE

Nella sua lettera di risposta, Joshua Bolten, ceo della Business Roundtable, spiega che i membri dell’associazione hanno gravi preoccupazioni riguardo il progetto della Sec ed esortano il regolatore e rivedere i suoi piani sulla disclosure relativa al clima. Per il gruppo di lobbying la proposta, così come redatta, è inattuabile e imporrebbe requisiti che non potrebbero essere soddisfatti nelle modalità e nei tempi proposti. Inoltre, l’iniziativa imporrebbe di produrre una tale quantità di informazioni che difficilmente potrebbero risultare rilevanti o utili per gli investitori. Il gruppo lamenta anche che il piano assoggetterebbe i dichiaranti a una responsabilità significativa per le informazioni dichiarate, nonostante la loro incertezza intrinseca.

In più, nel feedback inviato all’Authority, l’associazione aggiunge che i requisiti proposti per la disclosure delle emissioni di gas serra Scope 3 sono eccessivamente onerosi e difficilmente daranno luogo a informazioni comparabili e utili per gli investitori. Per tutti questi motivi, la Business Roundtable ritiene che, nelle condizioni attuali, le disclosure climatiche imposte dalla Sec non produrrebbero informazioni comparabili, affidabili o significative per gli investitori, che è l’obiettivo ultimo del regolatore. Infine, il gruppo sottolinea che molte aziende tra i suoi membri già divulgano disclosure Esg volontarie e hanno messo in atto strutture di governance per sorvegliare i rischi climatici. La proposta, quindi, non supererebbe l’analisi costi-benefici.

Anche la Camera di Commercio statunitense ha criticato la norma e ha chiesto al regolatore di diluirla in alcune questioni chiave. Secondo il più potente gruppo commerciale degli Stati Uniti, infatti, le regole proposte «sono vaste e senza precedenti nella loro portata, complessità, rigidità e particolarità prescrittiva». In particolare, l’ente suggerisce all’Authority di lasciare volontaria la disclosure delle emissioni di gas serra Scope 3.

IL FEEDBACK DI BLACKROCK

Nella sua lettera di risposta e in un white paper di accompagnamento, Blackrock afferma che le sue opinioni sulla disclosure climatica da parte delle aziende sono sostanzialmente in linea con la proposta della Sec, ma evidenzia che adotterebbe un approccio diverso su alcuni punti chiave. Tra le critiche mosse dall’asset manager al piano del regolatore, c’è il dubbio che i requisiti richiesti aumenterebbero i costi di conformità per le società e ridurrebbero la capacità di confronto tra società e aree geografiche. Inoltre, la società di investimento sostiene che, se approvata come è formulata ora, la bozza potrebbe danneggiare i mercati dei capitali e persino scoraggiare le imprese private dal quotarsi in Borsa. Il gestore suggerisce, quindi, una serie di modifiche alla proposta sulla disclosure climatica della Sec.

In particolare, Blackrock chiede al regolatore di lasciare maggiore flessibilità alle aziende nel modo in cui riportano le informazioni; di consentire alle aziende di divulgare alcune informazioni relative al clima in un modo che comporti meno responsabilità legale rispetto alle relazioni annuali o alle dichiarazioni di registrazione, soprattutto nelle aree di divulgazione in cui le metodologie sono ancora in evoluzione; e di abbandonare il piano di imporre alle società più grandi di divulgare le emissioni Scope 3. Su quest’ultimo punto, la società di investimento suggerisce all’Authority di adottare piuttosto un approccio “comply or explain”. Inoltre, il gestore raccomanda all’Authority un maggiore allineamento delle norme con il framework della Task Force on Climate-Related Financial Disclosure.

Alessia Albertin

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