Clima, i manager italiani aumentano gli investimenti
Inflazione, tensioni geopolitiche e incertezza macroeconomica non hanno frenato gli investimenti green in Italia; anzi, negli ultimi anni c’è stato un aumento degli investimenti in sostenibilità. È quanto emerge dal “CxO Sustainability Report 2024”, condotto da Deloitte su oltre 2.100 top manager provenienti da 27 Paesi in tutto il mondo. L’80% degli intervistati italiani, infatti, ha dichiarato di aver aumentato gli investimenti green rispetto all’anno precedente.
Dallo studio emerge che il cambiamento climatico rimane la priorità in Italia secondo il 44% degli intervistati (contro il 37% a livello global): le organizzazioni italiane ritengono questo problema più urgente rispetto al tema dell’innovazione (40%), alle prospettive economiche (38%), all’incertezza geo-politica (36%), alle sfide legate alla supply chain (33%) e alla competizione tra aziende per i talenti (29%).
L’87% dei top manager italiani è ottimista sul contrasto al cambiamento climatico; mentre il 76% si è detto preoccupato per il cambiamento climatico “sempre o la maggior parte del tempo”. L’aumento della preoccupazione tra i dirigenti d’azienda è dovuto all’esperienza diretta di eventi climatici estremi: il 45% degli intervistati italiani ha vissuto in prima persona alluvioni, il 42% siccità e il 31% caldo estremo.
Inoltre, il 69% prevede che il cambiamento climatico avrà un impatto elevato o molto elevato sulla propria azienda nei prossimi tre anni. In particolare, le aziende italiane segnalano il cambio di passo imposto dalle nuove metriche e dal reporting ambientale (53%), ma anche dall’aumento della pressione da parte della società civile (60%), degli stakeholder (76%), di investitori e azionisti (71%), di clienti e consumatori (65%), e dei membri dei Cda (60%).
Infine, le aziende italiane hanno riscontrato una vasta gamma di benefici, tra cui il risparmio sui costi (44%), la soddisfazione dei clienti (42%), le entrate provenienti da nuovi business (42%), l’innovazione dell’offerta e delle operations (40%), una maggiore efficienza e resilienza della supply chain (40%). Per i prossimi cinque anni, gli intervistati si attendono benefici, come migliori margini operativi (44%) e una migliore brand reputation e recognition (38%).
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