Nel corso del Sinodo generale avvenuto ad Armagh, la Chiesa d’Irlanda (il ramo anglicano del Paese) ha votato per disinvestire dalle società che generano più del 10% del fatturato dalla produzione di carburante, entro il 2022.
Come già sottolineato nella rassegna sostenibile di questa settimana, la chiesa irlandese ha avviato il passaggio dagli investimenti nelle società attive nel fossil fuel a quelli in energie rinnovabili e silvicoltura circa sette anni fa, per aderire ai suoi principi etici anche nelle scelte di investimento, in linea con le esigenze imposte dal climate change.
Il passaggio è evidente anche dai numeri: gli investimenti in società con asset nei combustibili fossili sono passati dal 10% del 2011 al 2,5% del 2018.
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