Le emissioni di gas serra associate alle attività di investimento, prestito e sottoscrizione delle istituzioni finanziarie sono oltre 700 volte superiori, in media, alle loro emissioni dirette. A rivelare la proporzione monstre un report pubblicato la scorsa settimana Cdp, ex Carbon Disclosure Project, e riportato nella Rassegna stampa aumentata Esg/258. Secondo lo studio, mentre le emissioni generate dagli istituti finanziari sono principalmente legate al riscaldamento e agli spostamenti dei dirigenti «quasi tutti gli impatti e i rischi legati al clima delle istituzioni finanziarie globali provengono dal finanziamento dell’economia in generale». Cdp ha dichiarato che si tratta della prima analisi in assoluto delle cosiddette emissioni finanziate, ossia le emissioni indirette, o il cosiddetto Scope 3, generate da prestiti e investimenti. L’organizzazione no-profit ha analizzato le emissioni finanziate di 322 istituzioni finanziarie con 109mila miliardi di dollari di attività, utilizzando i dati che asset manager, asset owner, assicuratori e banche hanno dichiarato. I risultati, scrive Cdp, sono stati sorprendenti ma incompleti. Solo il 25% delle aziende ha riportato le emissioni finanziate, e tra quelle che lo hanno fatto, la maggior parte ha riportato meno del 50% del proprio portafoglio, oscurando così il vero impatto delle loro attività di finanziamento. Le emissioni finanziate segnalate ammontano a 1,04 gigatoni di Co2, o circa il 3% delle emissioni globali nel 2020. La cifra vera è probabilmente molto più alta.
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