Cbam, aziende Ue preoccupate da costi e colli di bottiglia
In relazione all’entrata in vigore, il 1° ottobre in fase di prova, del Carbon Border Adjustment Mechanism (Cbam), la normativa dell’Unione europea che impone dazi doganali sui prodotti con elevate emissioni di gas serra importati nel blocco, The Conference Board, un think-tank finanziato dalle aziende, ha pubblicato lo studio “Navigating Europe’s Carbon Tariff”.
Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 347 “Cbam, le aziende Ue temono costi e burocrazia”), secondo lo studio il Cbam creerà oneri aggiuntivi e colli di bottiglia sia per gli importatori europei sia per gli esportatori non Ue, a causa della burocrazia, della mancanza di personale delle autorità doganali e di competenze nella verifica delle emissioni di carbonio. In particolare, il think-tank ha stimato che nell’Unione europea ci sono solo 105 verificatori e sei Stati membri non ne hanno affatto.
La Commissione europea aveva stabilito che la tassa costerà alle aziende fino a 27 milioni di euro all’anno di spese di gestione. Ma diverse aziende e organismi commerciali hanno avvertito che il vero costo è impossibile da stimare data l’entità delle pratiche burocratiche richieste, le modifiche da apportare ai contratti e alle procedure, i costi imprevedibili e le spese aggiuntive causate dai colli di bottiglia.
burocraziacbamdazi doganaliemissioni di gas serrathe conference boardunione europea