L’Onu ha adottato un nuovo modello di riferimento per integrare il “capitale naturale” nei report economici. Il framework, System of Environmental-Economic Accounting-Ecosystem Accounting (Seea Ea), è stato adottato dalla UN Statistical Commission e, come dichiarato dalle stesse Nazioni unite in un comunicato diffuso l’11 marzo, «segna un importante passo avanti, andando oltre la statistica comunemente usata del prodotto interno lordo (Pil) che ha dominato i rapporti economici dalla fine della seconda guerra mondiale».
Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB /251 “Onu: con il “Seea Ea” superiamo il Pil”), l’obiettivo del Seea Ea è di garantire che il capitale naturale (foreste, zone umide e altri ecosistemi) abbia il giusto riconoscimento all’interno dei rapporti economici. Gli esperti sottolineano che, mentre una statistica come il Pil fa un buon lavoro nel mostrare il valore dei beni e servizi scambiati nei mercati, non riflette la dipendenza dell’economia dalla natura, né i suoi impatti sulla natura stessa, come il deterioramento della qualità dell’acqua o la deforestazione.
L’adozione, si legge ancora nella nota, arriva in un momento in cui il cambiamento climatico continua la sua marcia inesorabile e il mondo è sulla buona strada per raggiungere nuovi massimi di riscaldamento, salendo ad almeno 3°C sopra i livelli pre-industriali entro il 2100. Oggi, oltre 34 Paesi stanno partecipando alla prima fase sperimentale di utilizzo del nuovo modello. Con l’adozione delle nuove raccomandazioni contabili, scrive l’Onu, ci si aspetta che molti altri Paesi inizino a implementare il sistema, anche se un numero significativo di essi richiederà assistenza e risorse aggiuntive per la raccolta dei dati statistici.
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