ESG Business conference/ Ultima tavola rotonda

Bond Esg, conta l’identità dell’emittente

23 Lug 2020
Notizie Companies & CSR Commenta Invia ad un amico
Il passaggio dal prodotto all’emittente si è imposto come tema centrale dell’ultima tavola rotonda della Esg Business Conference, mentre la ricerca IGI sui “best case” finanza rileva l’affermarsi di nuove emissioni accanto ai green bond

Lo strumento finanziario “sostenibile” si sgancia dal singolo progetto per andare a integrarsi con l’identità complessiva dell’emittente. Un passaggio decisivo che si è imposto come tema centrale nel corso della tavola rotonda finale della ESG Business Conference 2020 “reloaded”, tenuta interamente online il 14 luglio scorso. Nel corso della Conference, la presentazione della ricerca “Integrated Governance Index e Best cases Finanza” (per scaricarla è necessario accedere alla piattaforma) ha delineato uno scenario in cui aumentano le occasioni di incontro e di «confronto Esg» tra società e investitori responsabili. Si consolida, inoltre, la presenza del Cfo mentre la funzione finanza guarda all’integrazione degli Esg e si rafforza il ruolo dell’investor relator nella gestione dell’engagement. In particolare, rileva la ricerca, si assiste all’affermazione delle emissioni green (il 70% di queste sono green bond) ma si rileva anche la comparsa di nuove tipologie di emissioni: sustainability bond, transition bond, Kpi bond, Sdgs bond, e crescono le società che hanno emesso sustainable loans.

Il messaggio dell’identità, peraltro, è stato ribadito nel keynote speech di Olivier Guilhamon, Vice Direttore Generale Corporate Crédit Agricole che ha introdotto la tavola rotonda. Il manager ha ripercorso il cammino Esg del gruppo francese, oggi leader nel segmento dei sustainable loan, evidenziando come sia importante la convinzione e la cultura sostenibile nell’attività della banca. «Come Gruppo Crédit Agricole – ha detto – siamo orgogliosi di aver potuto portare la nostra testimonianza parlando di sostenibilità. Per noi essere sostenibili significa creare valore non solo per il business, come leader mondiali nell’emissione di Green bonds, ma anche per le persone, attraverso l’attenzione ai nostri collaboratori e clienti, e per i territori, con concrete azioni di vicinanza».

LA TAVOLA ROTONDA

Nel corso della tavola rotonda, Chiara Mio, presidente di  Crédit Agricole Friuladria, ha sottolineato la presenza, sul podio di IGI 2020, di «società che hanno una capacità enorme di stakeholder engagement». Perché si prosegua in questo percorso di consolidamento dei temi Esg lato finanza, ha sostenuto Mio, si dovrà puntare sul rafforzamento della accountability. «È importante avere delle metriche, altrimenti si cade nel greenwashing o nel bluewashing. A questo proposito ci è venuta incontro l’Europa con la Tassonomia: per non lasciare che ci sia un linguaggio per ogni azienda». Secondo Renato Panichi, senior director, Corporate Ratings Emea, Lead Emea Materials and Construction Group Country Coordinator Italy di S&P Global Ratings, «le risultanze del questionario mostrano una realtà all’avanguardia rispetto al tema della sostenibilità» e questo consente alle agenzie di rating di confrontarsi con l’area finanza di tantissime aziende. «Oggi quando incontriamo i Cfo è normale parlare di sostenibilità, questo non avveniva solo due anni fa». Sul fattore temporale, sulla velocità del consolidamento dei temi sostenibili è ritornato anche Gabriele Arcuri, partner Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, che ha sottolineato come il mondo Esg vada «più veloce» rispetto ad altri ambiti di operatività. «Solo tre anni fa era impensabile pensare che nel 2020 ci saremmo trovati a leggere un’analisi IGI con dei risultati così consapevoli – rileva Arcuri -. Pare che gli Esg siano l’unico ambito della nostra attività che ha lavorato al contrario, mentre noi di solito siamo chiamati dalle aziende a trovare modi tempi e tecnicismi per l’applicazione di una norma, questo mondo è più veloce del legislatore». Per Riccardo Baraldi, del consiglio direttivo Andaf, si dà sempre più attenzione «alle parti intangibili di quello che è il futuro dell’azienda». Con i recenti sviluppi legati alla pandemia di Coronavirus «ci sarà ancor più attenzione al rischio e all’accountability dei valori in gioco. E noi, come cfo, possiamo dare il nostro contributo come “compagni di viaggio” della crescita Esg dell’azienda».

I case aziendali – IGI 2020 ed ESG governance LAB

Nel dettaglio dei case aziendali si sono confrontati con gli altri relatori Giulia Genuardi, head of Sustainability Planning and Performance Management di Enel e Luca Moroni, direttore centrale Amministrazione, Finanza e Controllo Gruppo Hera. In particolare Genuardi si trova d’accordo sulla necessità di accountability e stakeholder engagement come prerequisiti «ma a questo si aggiunge la governance». L’esperienza di Enel, nello specifico, parte da lontano. «Noi abbiamo strutturato, nel mondo della sostenibilità, dei processi con la stessa logica di quelli del mondo finanziario. E questo ci ha permesso di legare queste metriche molto robuste nel mondo della sostenibilità a quelli che sono poi gli strumenti finanziari». Lo sviluppo di questa strategia ha consentito alla società di emettere i primi  green bond, per arrivare, più di recente, agli Sdg Bond (vedi l’articolo Enel lancia il primo Sdg bond europeo): «Non più una logica progetto per progetto – sottolinea Genuardi – ma una logica di strategia aziendale. In un’anzienda come la nostra la finanza è a servizio del modello di business, quindi è il modello di business che diventa sostenibile, non la finanza». Altro è il caso di Gruppo Hera, con un modello che, come sottolinea Moroni, «ha fatto della sostenibilità parte integrante della propria strategia fin dalle origini. Attraverso questo processo di evoluzione abbiamo sofisticato l’elaborazione di un target e la rendicontazione conseguente, arrivando a un report di sostenibilità fatto di tante componenti che vanno a misurare diverse aree dell’azienda nel mondo Esg. Siccome questo è il modello di sviluppo del gruppo, non potevamo non accompagnarlo con un adeguato approccio rispetto alla finanza sostenibile». Da qui l’emissione del primo green bond in Italia nel 2014 e il secondo a luglio 2019 (vedi l’articolo Hera, Fs e A2a. Pioggia di green bond).  «Nel caso della seconda emissione si è trattato di un’esperienza diversa – conclude Moroni –, ci siamo arrivai con una maturazione differente e con la possibilità di poter interloquire con gli attori di questo processo in maniera più consapevole».

Raffaela Ulgheri

0 commenti

Lascia un commento