Bloomberg: emissioni a metà nella disclosure di Saudi Aramco
Il gigante petrolifero Saudi Aramco ha escluso le emissioni generate da molte delle sue raffinerie e impianti petrolchimici dalla disclosure complessiva sul carbonio. A notare l’omissione gli analisti di Bloomberg, sulla base di una revisione dei documenti pubblici della società.
Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 244), la carbon footprint auto dichiarata dalla più grande compagnia petrolifera del mondo potrebbe quasi raddoppiare, con oltre 55 milioni di tonnellate metriche di biossido di carbonio equivalente in più rispetto al conteggio annuale, se si dovessero includere tutte le strutture in mano al gigante dell’Oil.
Gran parte delle omissioni sono dovute al fatto che Saudi Aramco (la più grande quotazione di tutti i tempi nel 2019) sceglie di riportare i dati delle strutture che possiede interamente e di quelle situate all’interno del regno saudita, si legge sul sito Bloomberg News, mentre molte delle sue raffinerie sono joint venture o situate all’estero.
Aramco ha sottolineato, in una dichiarazione, che utilizza linee guida accettate a livello globale per riportare i dati e ha «un percorso chiaro e deliberato per aumentare la portata e i dettagli di questa disclosure». La società ha detto che avrebbe rivelato quest’anno le emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra per il 2020, previa verifica di una terza parte.
Le emissioni di Aramco per il 2019 sarebbero state tra 75 milioni e 113 milioni di tonnellate se si includono le emissioni mancanti, secondo i calcoli di Bloomberg News basati sui dati di uno studio di Nature Climate Change pubblicato l’anno scorso.
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