Banche, solo il 10% considera la Co2 dei clienti
I Fondi negoziali italiani svelano le carte sull’impegno delle banche sul fronte climatico. Ed è un impegno con notevoli margini di miglioramento, visto che solo il 10% delle banche considera prioritario quantificare le emissioni di Co2 dei portafogli dei clienti e appena il 3% comunica il rischio clima agli stakeholder.
Ieri, in un convegno nell’auditorium Bnp Paribas a Milano, nell’ambito della #SettimanaSri, sono stati presentati i risultati della prima attività di engagement collettivo dei fondi negoziali in Italia, lanciata lo scorso anno da Cometa, alla quale hanno poi aderito, con il coordinamento di Assofondipensioni*, altri 14 fondi per un totale di oltre 20 miliardi di patrimonio.
La ricerca, elaborata assieme all’agenzia di rating sociale ed ambientale Vigeo (scarica il documento), evidenzia le risposte alle domande poste dalla cordata in tema di climate change. Il primo risultato riguarda l’adesione all’iniziativa. Su 40 tra le principali banche a livello globale interrogate a riguardo, 23 (il 58%) è stato disposto a confrontarsi sul tema e condivide la necessità di adottare pratiche di finanziamento sostenibili che puntino a una gestione responsabile degli investimenti.
Analizzando le risposte provenienti dai vari continenti si registra come in Australia la totalità delle banche si sia dimostrata disponibile al confronto; buona anche la risposta degli istituti europei (72%), che componevano la parte più numerosa del campione. Più tiepida la risposta degli Usa (25%).
Dalla ricerca emerge che le banche sono attive sia sul fronte dell’integrazione del climate change nel processo di risk management, che coinvolge il 53% degli istituti interpellati, sia nel finanziamento a fonti di energia rinnovabile, aspetto che vede l’impegno del 43% degli istituti. In prima linea, Australia, Stati Uniti ed Europa.
Non mancano elementi di debolezza, a cominciare dalla quantificazione delle emissioni di Co2 nei portafogli dei clienti, una priorità solo per il 10% delle banche interpellate. Debole anche l’engagement nelle attività di comunicazione del “rischio clima” agli stakeholder, che incontra l’attenzione di appena il 3% degli istituti.
Notizia modificata il 10 novembre 2015 alle ore 19:30
In precedenza, erroneamente, il riferimento era ad Assogestioni. Ce ne scusiamo con i lettori e gli interessati.
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