Azione legale di una Ong contro la Bei, è la prima volta
Guai in vista per la Banca europea per gli investimenti (Bei). Lo studio legale ambientale ClientEarth, il 14 gennaio ha annunciato che porterà l’istituto in tribunale a causa del suo rifiuto di ritirare un prestito da 60 milioni di euro alle imprese che gestiscono l’impianto a biomassa di Curtis-Teixeiro, nella Galizia del Nord. L’impianto dopo il 2020 sarà alimentato con rifiuti forestali di origine locale. ClientEarth ha espresso il timore che la banca abbia violato la convenzione di Aarhus, che concede ad ogni cittadino il diritto di accedere alle informazioni e di partecipare nelle decisioni in materia ambientale, così come ad avere diritto di ricorso se questi diritti non vengono rispettati.
La vicenda risale allo scorso aprile, quando la Bei ha annunciato la sua decisione di concedere i fondi per l’impianto a biomasse. Lo studio legale, in quell’occasione, chiese una revisione della decisione sostenendo che la Bei avesse violato i propri principi di investimento responsabile, che mirano a dare priorità al finanziamento di progetti di energia rinnovabile e limitano al contempo i finanziamenti per gli sviluppi a forte intensità di carbonio. In particolare, ClientEarth, ha sostenuto che l’impianto non sarebbe stato efficiente in termini di risorse ed energia, producendo livelli di potenza “molto bassi” rispetto alla quantità di combustibile bruciato.
La Bei ha fornito a ClientEarth maggiori informazioni sull’impianto, ma nell’ottobre 2018 ha concluso che non modificherà la sua decisione di finanziare il progetto. Da qui la decisione di ClientEarth, che si configura come la prima azione legale da parte di una Ong contro la Bei. Se lo studio legale non dovesse spuntarla, avrà la possibilità di ricorrere alla Corte di giustizia dell’Ue.
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