Aumenta la percezione di corruzione nella sanità italiana
Per chi lavora nella sanità, la percezione della corruzione è quasi una costante. Il risultato emerge da un report pubblicato da React e Transparency International Italia, in occasione della seconda edizione della Giornata Nazionale per l’Integrità in Sanità, ed elaborato in seguito a un’indagine condotta su circa 4.000 dipendenti di aziende sanitarie.
Dal report “Il valore pubblico dell’integrità” emerge, appunto, che per i dipendenti delle strutture sanitarie intervistati la corruzione è ancora molto diffusa, sia a livello nazionale (94%) che nella propria regione (79%). Anche rispetto all’ente di appartenenza i dati non sono confortanti: 1 dipendente su 4 (28%) ritiene ci sia corruzione all’interno della propria azienda sanitaria.
La pandemia sembra aver aumentato i rischi: il 70% degli intervistati reputa che l’emergenza sanitaria abbia fatto crescere il rischio di corruzione nella sanità italiana ed il 39% ritiene che il rischio sia aumentato anche nel proprio ente. Con l’emergenza pandemica, le preoccupazioni maggiori sono soprattutto legate a irregolarità nella somministrazione di tamponi e vaccini, al favoreggiamento di particolari fornitori di dispositivi di protezione individuale, e alla sottrazione di questi da parte del personale.
Gli episodi di corruzione hanno subito un incremento significativo: il tasso di vittimizzazione rilevato è pari all’8,4%, il doppio rispetto a quanto registrato dall’Eurobarometro negli anni 2019-2020 pari al 4 per cento.
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