Gli asset investiti utilizzando una qualche forma di valutazione Esg superano ormai i 35 trilioni di dollari nei principali mercati. E alcune società di investimento hanno iniziato a chiedere controlli più rigorosi sulle disclosure Esg delle aziende per avere garanzie contro il rischio di greenwashing.
Tuttavia, come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 288 “Disclosure Esg, manca framework per gli audit”), gli advisor e i revisori di conti ammettono di non avere un framework di riferimento e che ci vorranno anni per sviluppare controlli affidabili sulle credenziali di sostenibilità delle aziende.
Le loro testimonianze sono state raccolte in un’analisi di Reuters che mette in luce come non solo manchi un unico standard globale obbligatorio, ma la stessa attività di audit Esg sia ancora agli albori. Le attuali pratiche di revisione sono molto al di sotto degli elevati standard applicati ai rendiconti finanziari delle società, perciò offrono solo garanzie di base. Persino l’Ue, apripista nella normativa Esg, non imporrà un controllo significativo sulle disclosure Esg prima del 2024.
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