Allarme Censis: l’emergenza sanitaria aumenta le disuguaglianze
L’emergenza sanitaria ha allargato le maglie del disagio sociale: per 5 milioni di italiani è difficile mettere in tavola pasti decenti; il numero di poveri aumenta di 600mila unità; 7,6 milioni di famiglie hanno subito un severo peggioramento del tenore di vita; 23,2 milioni hanno dovuto fronteggiare difficoltà con redditi familiari ridotti; 2 milioni sono già stati duramente colpiti nella prima ondata della pandemia; 9 milioni di italiani hanno integrato i redditi da familiari o banche. I numeri arrivano dal secondo Rapporto Censis-Tendercapital sui Buoni Investimenti “La sostenibilità al tempo del primato della salute”, presentato al Senato il 23 novembre scorso.
L’obiettivo della ricerca è quello di porre l’attenzione sulla sostenibilità sociale, con un focus sull’inedita emergenza sanitaria, tramite le opinioni, i comportamenti e i valori degli italiani. È emerso che la società italiana rischia di uscire dalla pandemia più diseguale, sia in termini di redditi e patrimoni, sia per quanto riguarda gender gap e divario generazionale. Il rapporto evidenzia disparità più ampie sul fronte del lavoro femminile: il 34,8% delle donne lamenta un peggioramento del proprio impiego, contro il 23,9% degli uomini. In generale, il 42% degli italiani vede il proprio lavoro a rischio, percentuale che sale al 53% tra le persone a basso reddito.
Inoltre, l’82,3% degli intervistati si è dichiarato favorevole a misure che impongono la permanenza in Italia di stabilimenti e imprese che producono beni e servizi essenziali durante la pandemia, come mascherine e respiratori. E l’86% è favorevole al protezionismo contro i prodotti di Paesi che non rispettano le nostre regole sociali e sanitarie.
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